Gaetano Castelli

Gaetano Castelli

Incontriamo Gaetano Castelli, scenografo e pittore celebre in Italia e nel mondo. In Italia è famoso per le scenografie del Festival di Sanremo e dei programmi televisivi di maggior successo; all’estero per i lavori realizzati al Moulin Rouge e presso le più importanti emittenti televisive, tali da meritare prestigiosi riconoscimenti internazionali. Canzonissima, Fantastico, La sai l'ultima?, Carramba che sorpresa, Stasera pago io, Studio 80, Palcoscenico sono solo alcuni degli spettacoli di cui ha creato la scena. Al suo attivo anche la scenografia del primo telegiornale Rai e quella di eventi di moda come Donna sotto le stelle a Piazza di Spagna. Pluripremiato, Professore di Scenografia all'Accademia delle Belle Arti di Roma, Direttore dell’Accademia delle Belle Arti per chiara fama, cittadino del mondo, Gaetano Castelli è un uomo di grande cultura e di spessore, ascoltarlo è un piacere ed un arricchimento, ne rimaniamo davvero affascinati. Quando hai mosso i primi passi nello spettacolo? Da ragazzino sapevo di voler entrare nel campo artistico, tanto è vero che, nonostante lo zio direttore della Banca del Lavoro a Via Veneto, con la complicità di mamma, ho evitato Ragioneria e sono stato ammesso al Liceo Artistico di Via di Ripetta. Confessata quindi a mio padre la scelta, ricordo bene il suo commento “sia chiaro che se sarai bocciato o rimandato andrai a spingere il carrettino”. Invece è stata la scelta giusta. Cosa ricordi di quei tempi e di quella scuola? Ero in classe con Pippo Franco, andavo male in condotta, ma ero capoclasse per il profitto. A Via di Ripetta ho avuto i più grandi maestri…Guttuso, Turcato, Montanarini… Quando hai deciso di fare lo scenografo? Dipingevo e, mentre mangiavo, seguivo il programma Rai con Falqui alla regia, Bartoloni alla fotografia e soprattutto Cesarini da Senigallia alla scenografia. E pensavo “io voglio diventare scenografo”…Considero Cesarini da Senigallia il più grande della rivista! So che proprio il tuo mito ti ha ben introdotto in Rai… Cesarini da Senigallia si ammalò e disse “c’è un giovane che può prendere il mio posto…” Quel giovane ero io. Quale pensi sia stato il tuo apporto nel piccolo schermo? Ho portato l’arte moderna in televisione, tramite la struttura della forma, i fondali bianchi e la pittura. La scenografia è diventata tridimensionale, dando volume alle forme e utilizzando tanti e diversi materiali. Continui ad emozionarti quando crei una nuova scenografia? Certo! Ogni volta è un esame. Non copio mai me stesso. Il lavoro mi da sempre emozioni e mi diverto a farlo. La tua passione è contagiosa, ti immagino mentre insegnavi ed immagino i discenti rapiti dalle tue parole e dai tuoi insegnamenti. Quanto il tuo lavoro si può definire passione? Il mio lavoro è la mia passione. Lavorando mi sento vivo, nessuno mi ha mai regalato niente, ero titolare di cattedra alle Belle Arti già a ventotto anni, sono entrato in Rai per poi decidere - dopo qualche anno - di privilegiare i contratti artistici… Hai sempre insegnato, prima a scuola, poi all’Università…che rapporto hai coi giovani e che consiglio daresti ad un adolescente che sogna di diventare scenografo? Io amo stare in mezzo ai giovani, sai cosa dicevo sempre ai miei alunni? Sapete la differenza tra uno scenografo ed una persona comune? Se entrambi vedono un pezzo di carta per terra…il primo pensa che sia un gesto di inciviltà, lo può raccogliere o magari dargli un calcio. Il secondo ne vede e studia la forma, magari lo utilizza per una creazione, vede quella cartaccia con un occhio diverso e la immagina sotto forma di arte. Uno scenografo ha sempre il cervello in allenamento. Molti professionisti riescono a staccare la spina dal venerdì al lunedì, noi non stacchiamo mai. Tornando all’aspirante scenografo…soprattutto lo deve volere veramente. Come definiresti un bravo scenografo? Un sarto che imbastisce l’abito più adatto sul corpo di chi lo richiede. Gianni Morandi, in conferenza stampa a Sanremo, mi ha fatto un grandissimo complimento definendomi proprio così! In uno studio televisivo quanto conta la squadra? Tantissimo. E squadra che vince non si cambia! Me l’ha insegnato Falqui. Cosa ti piace fare nel tempo libero? Gioco a tennis al Foro Italico, quando posso anche tutti i giorni, è uno sport che mi piace e mi scarica moltissimo. Quali sono i tuoi colori preferiti? Celeste e pink, che non è né rosa né fucsia. Per concludere, hai fatto tutto in televisione, sei un pittore di fama internazionale, hai girato il mondo…hai un sogno nel cassetto? Creare a Roma, come a Parigi, un “Caffè Chantant” per italiani e stranieri, ma all’italiana! E poi vorrei che la Rai tornasse ad investire sulle risorse interne nella scenografia e nelle produzioni. Daniela, devi pensare che Pericle Fazzini per realizzare la sua scultura Resurrezione, esposta in Aula Nervi, si è avvalso delle maestranze Rai, che - grazie ad una chiave da me disegnata - nelle ore libere lo hanno aiutato a costruirla…La Rai ha al proprio interno delle professionalità davvero straordinarie. Intanto, mentre risponde alle nostre domande, disegna la chiave di cui parla sul blocco dell’intervista…e a noi sembra proprio lui, Gaetano Castelli, straordinario …



Daniela Bruzzone

Data notizia: 4/13/2011

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