Milazzo, un porto tra cantieri e caos

Milazzo, un porto tra cantieri e caos Gazzetta del Sud Milazzo- Ma era davvero indispensabile aprire un altro cantiere nel porto in pieno agosto? È quanto si chiedono gli operatori mamertini nel vedere da qualche giorno al lavoro gli operai della ditta Scuttari che stanno eseguendo la delimitazione dell'area interessata alla realizzazione delle opere di completamento delle banchine nel tratto compreso tra largo Buccari (zona dove oggi approda la nave veloce per le Eolie) sino all'area antistante piazza Marconi (via Tonnara). Un intervento sicuramente inopportuno che non farà altro che sommare disagi a quelli già esistenti. E a questo punto è doveroso per il sindaco di Milazzo intervenire per frenare quella che sembra davvero l'ultima delle scelte penalizzanti nei confronti di questa città. Spieghiamo di cosa si tratta. Con la recinzione del piazzale antistante l'ormeggio di largo Buccari, infatti, viene ridotto di almeno il 70 per cento lo spazio di manovra dei mezzi che debbono imbarcarsi. In quella banchina, una volta la settimana approda la nave "Palladio" della Siremar, che effettua la tratta Milazzo-Napoli, passando attraverso tutte le isole dell'arcipelago e quindi registra un notevole movimento di passeggeri ma soprattutto di mezzi. Stesso discorso per la nave della Ngi che tutte le mattine lascia da quel posto gli ormeggi diretta pure alle Eolie. E, "dulcis in fundo", lì attracca anche la nave che trasporta i rifiuti provenienti dall'arcipelago. È chiaro che senza una struttura logistica dove possano sostare i mezzi si creerà il caos, non tanto nel porto – regolato dalle chiusure automatizzate e dalla presenza dei vigilantes, quanto in città. Dove infatti troveranno parcheggio le auto che dovranno imbarcare. La domanda è: dove avverrà il loro incolonnamento? Al momento l'unica risposta è quello che potranno dirigersi dalla via XX Luglio alla via dei Mille o nella via Migliavacca, intasando ancor di più dunque la Cortina del porto. Ecco perché il sindaco deve far sentire la voce dell'istituzione all'Autorità portuale e soprattutto ai tecnici. Del resto l'ing. Di Sarcina conosce bene quale è la realtà del porto di Milazzo e i problemi delle varie banchine. Ma la presa di posizione di Pino dovrà esserci per far capire che Milazzo intende ribadire la propria scelta turistica del porto e respinge ogni possibile asservimento a soluzioni, un tempo paventate e dallo stesso attuale sindaco bloccate, che potrebbero però ricomparire in modo ancora più forte. Quel che è grave in questa vicenda della recinzione di quell'area portuale è – come abbiamo appreso dagli operatori – che i lavori inizieranno a settembre! E allora perché questa penalizzazione nel momento più caldo (per movimento passeggeri intendiamo) della stagione? Tra l'altro considerato che quest'opera parte con un ritardo, per problemi di varia natura, di parecchi anni, perché questa improvvisa accelerazione? Se a tutto ciò aggiungiamo l'altro cantiere, sulla la banchina "Luigi Rizzo", con tanto di recinzione, è facile considerare come questo porto stia diventando sempre più una "succursale" dell'Autority, pronta a cogliere gli aspetti positivi (movimento merci e passeggeri che garantiscono – come sostenuto dai sindacati qualche giorno addietro – quasi il 70 per cento degli introiti dell'ente messinese) ma quasi mai disposta ad accogliere le istanze mamertine. (r.m.)

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 8/4/2011

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