Lipari e il problema depurazione

Lipari e il problema depurazione Lipari- C’è un grosso problema al Comune di Lipari: si rilasciano le concessioni edilizie ma non le autorizzazioni all’allaccio fognario con i disagi che è facile immaginare; l’impianto di pretrattamento dei liquami di Santa Caterina, realizzato trent’anni fa, in una zona peraltro infelice ( oggi vicina ad alberghi) è superato. Tecnicamente obsoleto, non è, e non lo è mai stato, un depuratore. Cioè quell’impianto che possa soddisfare le esigenze della comunità odierna. Ovviamente con tutte le conseguenze che ne derivano; nella popolazione, ad esempio, sta montando la protesta di chi non intende pagare il canone specifico per un servizio- si sostiene- inserito nella fatturazione idrica ma che non è reso; si chiede la revisione del regolamento. L’ex responsabile dell’ufficio idrico comunale, in pensione, il geom. Enzo Messina, ad esempio, ha scritto più volte all’attuale responsabile e al dirigente del settore, evidenziando che “la depurazione o avviene in tutte le sue fasi in modo da restituire reflui chiari o non può essere definita tale” ravvisando che il Comune rischia di risarcire i cittadini con danni incalcolabili. “Anche perché - ha lamentato Messina- nelle fatturazioni risultano altre irregolarità come il nolo richiesto per i contatori di proprietà degli utenti, più iva, e la diversificazione del canone tra prima e seconda abitazione”. Ma, tornando alla mancanza del depuratore, vanno temuti anche i rischi legati all’avvio di procedure di infrazione e multe salate per l’ente. La recente sentenza del Tar Lazio che ha azzerato tutte le procedure degli ultimi anni del Commissario per l’emergenza idrica Luigi Pelaggi per la realizzazione del depuratore di Lipari nella osteggiata zona di Canneto Dentro obbliga la nuova amministrazione comunale a correre ai ripari. “ Siamo in attesa di notizie dal Commissario anche in merito all’eventuale opposizione alla sentenza ma al di là di questo – dichiara il sindaco Marco Giorgianni- ci siamo già mossi con gli uffici competenti affinchè si possa adeguare, quanto più possibile alle norme vigenti, l’impianto di pretrattamento perchè per la realizzazione del depuratore i tempi saranno lunghi e abbiamo bisogno di dare i servizi necessari alla gente”. E’ da tredici anni che al Comune di Lipari si parla di ciclo dell’acqua; da più di cinque sono disponibili circa 40 milioni di euro stanziati dai governi Prodi e Berlusconi per le opere previste ma a compimento sta per arrivare soltanto il nuovo dissalatore ( più gli interventi di macrodistribuzione) i cui lavori sono stati consegnati a febbraio del 2011 e che è alimentato anche da energia fotovoltaica grazie agli impianti da 1,12 mw situati nell’ormai, purtroppo, ex piano di raccolta di acqua piovana di Monte S.Angelo. Un dissalatore che, in teoria, con i suoi 12 mila mc d’acqua, al giorno, dovrebbe fa cessare, almeno per la sola Lipari, il business delle navi cisterna finanziato dallo stato. Il sindaco Giorgianni non nasconde che, dopo tredici anni, anche di polemiche, per gli incarichi di progettazione questi fondi, ora, potesse gestirli la sua Amministrazione. Il primo cittadino ha anche annunciato che dopo l’emergenza estiva avvierà la revisione di tutti i regolamenti, compreso quello idrico smentendo, in risposta, all’ex vicesindaco Giulio China, di aver disposto agevolazioni sulle fatturazioni idriche emesse per alcuni commercianti e albergatori.

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 7/22/2012

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