Henri Cartier-Bresson

A dieci anni dalla scomparsa di Henri Cartier-Bresson, si onora la memoria del grande fotografo con una mostra all’Ara Pacis. Fino al 25 gennaio sono in esposizione oltre cinquecento opere tra fotografie, disegni, dipinti, film e documenti: una retrospettiva che ripercorre cronologicamente l’intera vita professionale dell’artista francese.
Il genio della composizione, la straordinaria intuizione visiva, la capacità di cogliere al volo i momenti più significativi, fanno di Henri Cartier-Bresson uno dei più grandi fotografi del Ventesimo secolo. Nel corso della sua lunga carriera, sempre nel mondo e nella storia, Cartier-Bresson è riuscito ad essere forte e poetico nel contempo. Dal Surrealismo alla Guerra Fredda, dalla Guerra Civile Spagnola alla seconda Guerra Mondiale e alla decolonizzazione, Cartier-Bresson è stato uno dei grandi testimoni della nostra storia: l'occhio del secolo, come giustamente viene chiamato.

Tre sono i periodi che scandiscono la sua opera: il primo, dal 1926 al 1935, durante il quale Cartier-Bresson frequenta i surrealisti, inizia i primi passi nella fotografia e affronta i suoi primi grandi viaggi; il secondo, dal 1936 al 1946, corrisponde al periodo del suo impegno politico, del lavoro per la stampa comunista e all’esperienza del cinema; il terzo periodo, dal 1947 al 1970, va dalla creazione della cooperativa Magnum Photos fino alla fine della sua attività di fotografo. Tra le opere in mostra anche le immagini meno conosciute: stampe vintage, cento documenti tra cui quotidiani, ritagli di giornali, riviste, libri manoscritti,film, dipinti e disegni. La mostra è divisa in nove parti. Dopo una Introduzione, le altre sezioni corrispondono alle diverse fasi della vita e del lavoro del grande fotografo. Fino al 25 gennaio all’Ara Pacis.

Di Daniela Bruzzone

Data notizia: 11/14/2014