L’amore nei canti delle Isole Eolie e Saffo

Chi lo avrebbe mai detto che leggendo un antico canto popolare delle Isole Eolie balzasse agli occhi in modo così lampante la somiglianza con Saffo, la regina della poesia lirica della Grecia arcaica? Di certo l’amore è stato da sempre l’argomento prescelto dagli scrittori, l’amore che pur con le sue mille sfaccettature diverse, riesce a scatenare sentimenti ed emozioni identici nei cuori degli innamorati di epoche assai diverse. In un celebre frammento la nostra poetessa greca ci esprime in questo modo il proprio stato d’animo:

“si sgomenta il cuore a me nel petto, non appena ti guardo, la voce sulla lingua si frantuma, subito fuoco corre sottopelle, agli occhi è cieca tenebra. Sudore per le membra mi discende e un brivido mi tiene; prossima alla morte sembro a me sola.”

Rimaniamo quindi stupiti quando in un antico canto delle nostre isole leggiamo proprio questo:

“Bella, p'amari a tia non haju abbentu; Haju lu cori niru cchiù d'un mantu; Parrari ti vurria ogni mumentu;
O bella non mi dari cchiù turmentu; Pir tïa mi ndi moru comu 'n santu.”

Ebbene la sintomatologia del mal d’amore si ripete, il cuore sobbalza, la parola manca, il pensiero vacilla ed il desiderio dell’amato crea un tremore che ci fa sentire quasi prossimi alla morte. Ma pensandoci bene, perché stupirsi di questa somiglianza, forse non proprio noi percepiamo questo oggi, non è forse vero che i nostri più illustri psicologi ci parlano di amore come malattia e non siamo sempre noi ch sentiamo un brivido intenso quando leggiamo una lettera d’amore o vediamo la persona amata?
Non è la lontananza di anni che separano i due brani, non è la diversità di luogo o di lingua a doverci meravigliare, ma è proprio lui, l’amore che ci deve incantare, lui che con la sua forza e capacità ci fa sentire vivi e ci ripete che, se nella nostra vita per amore mai non abbiamo commesso una pazzia pur minima e semplice, mai possiamo dire di aver veramente amato.

di Beatrice Gamberoni

Data notizia: 2/11/2015