“Una rondine ferita dalle ali infrante”. Edda Ciano e il comunista. L’inconfessabile passione della figlia del duce.

Edito nel 2009, dopo una puntigliosa ricerca condotta dall’autore con la collaborazione del Centro Studi Eoliano e con quella più preziosa del figlio di uno dei protagonisti, “Edda Ciano e il comunista”, di Marcello Sorgi, è il romanzo dell’appassionata e singolare relazione d’amore tra la figlia del duce e Leonida Bongiorno nel periodo in cui fu confinata a Lipari dal Settembre del 1945.
Le pagine del libro ricostruiscono storicamente il periodo del dopoguerra italiano, raccontano, di un amore appassionato, di un legame forte, di un’intensità d’altri tempi, in cui l’orgoglio e la fierezza dell’aristocratica Edda si fondono con la sicula ritrosia e il romanticismo protettivo di Leonida. Se per lui all’inizio era stato quasi un dovere aiutare quella donna sola, ridotta pelle e ossa, lungamente provata dal dolore, a Edda invece, donna di gran fascino e ironia, era sembrato divertente innamorarsi di un comunista.
Splendida la descrizione del momento in cui l’autore viene in contatto con i carteggi originali dei due innamorati. Meraviglioso immaginare con quanta dedizione Leonida, sebbene le loro vite avessero poi preso un altro corso, avesse archiviato, catalogato e serbato il ricordo di un amore così lontano, raccogliendo le lettere di Edda, trascrivendole e preservandole dal logorio del tempo insieme alle ciocche di capelli e agli altri cimeli. Edda Ciano Mussolini, ferita dai lutti, piegata dalla sconfitta politica, una domenica, all’uscita della chiesa, conobbe Leonida Bongiorno, comunista partigiano, recentemente tornato dalla guerra, figlio del capomusica della banda municipale. Lo aveva notato mentre egli tentava di placare una protesta degli isolani. Fu un primo incontro di poche parole ma con un lungo e intenso scambio di sguardi. Edda ne era stata attratta e a Leonida era apparsa come “ una rondine ferita dalle ali spezzate”. Ne sarebbe nata una storia d’amore tra due persone profondamente diverse per indole, estrazione sociale e per visione politica. Leonida aveva condotto Edda in una casa della famiglia, in seguito da lei ribattezzata la “ petite malmaison”, per offrirle un soggiorno più confortevole, durante il periodo del confino, rispetto al tugurio che le era stato riservato. Proprio sul terrazzo della “petite malmaison” Ellenica e Baiardo, come si appellavano in un gioco tra innamorati, avevano parlato a lungo e si erano amati appassionatamente. Edda talvolta con il suo aristocratico snobismo irrideva l’utopia di quel giovane che declamava per lei i canti dell’Odissea e la conduceva per baie e luoghi nell’incanto naturale di Lipari. Per dieci mesi Edda fu confinata ma la storia durò più a lungo in un’incessante corrispondenza epistolare.
Il libro è la testimonianza di un modo di vivere l’amore che non esiste più, di un romanticismo che traspare nelle righe sbiadite scritte da due innamorati del secolo scorso in cui la gelosia, il sentimento e le provocazioni tra i due protagonisti seducono il lettore. Vi è una passione disvelata, una sensualità intuita e non ostentata, molto distante dalle storie d’amore contemporanee.
Ancora una volta le isole Eolie fanno da scenario a una storia d’amore, il mare e l’isola preservano la sacralità di un sentimento che da quella domenica del 1945 continua ad appassionare.

di Livia Perricone

Data notizia: 2/23/2015