Lipari Porto, altro che gongolare

Lipari Porto, altro che gongolare Riceviamo da Michele Giacomantonio e pubblichiamo: Una riflessione pacata sul porto di Lipari Vorrei fare un ragionamento pacato sul progetto della Lipari Porto spa anche alla luce del dibattito di oggi in Consiglio comunale. Dirò subito che condivido ampiamente la posizione dell’Amministrazione e non solo per dovere di funzione giacché ne sono il “portavoce” ma soprattutto perché ritengo che quella avviata sia la strategia più consona – checché ne pensi qualche consigliere comunale - per raggiungere gli obiettivi che il movimento di sei-sette anni fa, “porti si, ma non così”, si proponeva. Allora, al di là del fatto che la procedura era stata avviata in maniera quantomeno discutibile giacché l’approvazione in Consiglio comunale del progetto e della decisione di creare una società con i privati per la sua attuazione era stata mascherata nel programma triennale delle opere pubbliche, i rilievi più importanti riguardavano le contrarietà: - a che il porto commerciale fosse consegnato a una società al 70% a capitale privato, - la cementificazione di Marina lunga con tutta una serie di costruzioni da destinare ad attività commerciali e a quindi il rischio che si creasse una Lipari commerciale del porto contrapposta a quella della città; - le perplessità sul progetto di Marina corta e la preoccupazione che venisse compromesso lo skyline (il profilo, l’immagine) di Lipari dal mare; - alcuni interrogativi rispetto a Pignataro riguardo alla funzione di porto rifugio ( al di là delle classificazioni formali) e per la sorte dei concessionari dei pontili. Personalmente invece non ero mai stato contrario ai porti turistici anche con partecipazione dei privati tanto che avevo manifestato attenzione e interesse quando una società aveva proposto di intervenire su Marina corta, senza grandi stravolgimenti. Oggi che cosa è rimasto del famoso “megaporto” che fece tanto discutere e creò mobilitazione e raccolta di firme fra i cittadini? 1. E’ stato cancellato per intervento regionale dal progetto il porto commerciale perché la procedura per opere di questo tipo e completamente diversa dai porti turistici; 2. Il primo atto dell’Amministrazione è stato quello di dichiarare a Condotte d’Acque spa la contrarietà a quanto previsto a Marina lunga e Bagnamare decisione che è stata accettata dal partner privato. Naturalmente, con questa cancellazione, sono cambiate le convenienze per cui lo stesso socio privato ha chiesto alla Regione di intervenire, con un contributo calcolabile in circa 30 milioni di euro per coprire la perdita di circa il 25% di posti barca. La Regione si è riservata di rispondere perché teme una sanzione europea potendo configurarsi, questa partecipazione, come “aiuto di Stato”. E’ vero che c’è il precedente dell’aeroporto di Trapani il cui ampliamento è stato realizzato con contributo regionale, ma lì si riuscì a dimostrare che l’opera avrebbe portato un grosso incremento del turismo cosa che non è scontata nel nostro caso visto la crisi che sta traversando il diportismo. 3. Ammesso e non concesso che la Regione decida di intervenire e quindi il partner privato superi le sue remore, il Sindaco ha già dichiarato che subito l’Amministrazione porterà in Consiglio comunale la definizione di un accordo di programma fra i soggetti interessati che a questo punto dovrebbero essere Comune di Lipari, Regione Siciliana e Condotte d’Acque spa. Cioè una realtà completamente capovolta rispetto al passato perché a questo punto, nella Lipari Porto spa, gli enti pubblici potrebbero rappresentare la maggioranza del capitale ed è con questa nuova situazione che si andrebbe a discutere e definire, nell’accordo di programma, gli interventi riguardanti Pignataro e Marina corta. Se invece la Regione deciderà di non intervenire con ogni probabilità Condotte d’Acque spa recederà dalla società e probabilmente si aprirà un contenzioso sul ripianamento del deficit e le responsabilità per il non raggiungimento dell’obiettivo che la Lipari Porto spa si era proposto. Una partita aperta e difficile, per quello che possiamo comprendere, ma indubbiamente più agevole per il Comune rispetto alla strada prospettata da molti di denunziare la società lo scorso anno subito all’insediamento della Giunta Giorgianni. Forse sarebbe stato un atto politico forte ma con quali riflessi sul Comune a cui il partner avrebbe potuto attribuire la responsabilità di una rescissione volontaria e forse anche ingiustificata se vista nella continuità amministrativa? Un ultima cosa. E’ stato notato da qualche giornalista presente che l’ex sindaco Mariano Bruno, gongolava durante il Consiglio comunale sostenendo che vedeva in aula tanti convertiti alle sue posizioni a cominciare dalla Amministrazione. Se quello che abbiamo detto risponde a verità non mi pare proprio che ci sia una convergenza con i misfatti dell’Amministrazione passata. Quanto a “gongolare” io attenderei per vedere quanto costerà al Comune di Lipari questo tentativo di rimediare ad errori del passato, e se su questi prezzi la Corte dei Conti non avrà nulla da dire. Michele Giacomantonio

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 5/22/2013

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