''Giulio Cesare. L'uomo, le imprese, il mito''

I grandi protagonisti della storia romana finalmente a Roma! Il Chiostro del Bramante ha inaugurato oggi la stagione dedicandola a Giulio Cesare (ca. 100 – 44 a.C.), il primo “dittatore”, artefice indiscusso della grandezza del futuro impero romano di cui sarà principe, non a caso, il figlio adottivo Ottaviano, primo “Cesare Augusto”. Di Cesare le cronache regalano fiumi di notizie, fin dai tempi che lo vedono affacciarsi sul palcoscenico politico e militare dell’Urbe; proprio da comandante dell’esercito romano riporta clamorose vittorie ed annessioni di nuovi territori che accrescono il potere di Roma in area mediterranea. Personaggio chiave del travagliato passaggio tra la repubblica romana e l’impero, Cesare non diventa mai imperatore, ma pone le basi per l’attuazione dell’Impero. Letterato, storico, generale e politico di straordinaria lungimiranza inizia già in vita a costruire il mito di se stesso. Si presenta infatti come discendente di Venere: la trama leggendaria delle sue origini elaborata fino ai tempi nostri e la fine tragica del suo assassinio hanno contribuito ad accrescerne il mito. La mostra parte dal personaggio Cesare e dal suo più stretto contorno politico e culturale, toccando i momenti forti della sua ascesa al potere: gli alleati-avversari Crasso, Pompeo e Cicerone; le campagne militari che gli permettono gloria e ricchezza; l’avventura egiziana e l’incontro con Cleopatra, regina d’Egitto; l’ambiente culturale e artistico romano di quegli anni. E prosegue fino alla morte, avvenuta alle idi di marzo del 44 a.C. e alla successione al potere nelle mani del giovane figlio adottivo Ottaviano. La memoria e il culto di tale eccezionale figura non si perdono mai, neppure nei secoli di decadenza dell’Impero e negli anni oscuri successivi alle invasioni barbariche in Italia. E’ in età medievale, e particolarmente con l’avverarsi del Sacro Romano Impero, che il mito del fondatore dell’impero riprende in senso ideologico-politico per riaffermare i valori unificanti del nuovo impero carolingio. All’arte spetta il compito di illustrare tale recupero. Specialmente a partire dal Duecento e poi dal Trecento, il recupero dell’antico si afferma anche attraverso le immagini dei grandi protagonisti della storia romana, e Cesare è ovviamente tra questi. In pieno Rinascimento i celebrati cicli ad affresco del Mantegna o di Andrea del Sarto, dedicati al dittatore romano, sono conforto e paragone per il nuovo principe e il suo imperium. Letteratura e musica celebrano i fasti di Roma come quelli di Cesare. Il mito di Cesare e il “Cesarismo” attraversano i secoli e si riacutizzano tra fine Settecento e Ottocento: l’interesse per l’antico e per i suoi protagonisti riesplode con forza nel secolo dell’Illuminismo. In Italia, nel primo Novecento, il mito romano trova nell’ideologia fascista il luogo privilegiato per un nuovo “ritorno”. Sempre nel Novecento è anche e forse soprattutto il cinema, settima arte, a tenere vivo il mito di Cesare fino ai giorni nostri; tanto che dall’epoca del muto ad oggi, sono oltre cento le pellicole che lo vedono diretto o indiretto protagonista. La mostra riunisce per la prima volta documenti archeologi e plastici appositamente realizzati per ricostruire la Roma di Cesare. Fino al 3 maggio al Chiostro del Bramante.

, a cura di Daniela Bruzzone

Data notizia: 10/24/2008

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