Per conto di chi si era alzato in volo ?

Per conto di chi si era alzato in volo ? Gazzetta del Sud (nella foto due degli scomparsi: in grande Davide Taranto, in piccolo Pippo Adige) Mario Di Paola MILAZZO Il sindaco di Pace del Mela, Pippo Sciotto, dice di non aver mai autorizzato alcuna aviosuperficie, seppur provvisoria. Eppure gli abitanti di Giammoro, dove ha sede l'area Asi, sostengono di veder spuntare sistematicamente da quei capannoni dell'Asi elicotteri che volteggiano sul paese o puntano dritti verso le Eolie. Ieri, quell'elicottero, si è appena visto sopra il tetto di uno dei capannoni della Nuova Cometra per rimbalzare prima su una parete dello stabilimento che produce componenti per locomotive e trasformarsi subito dopo in una palla di fuoco sprigionatasi da 150 litri di kerosene che aveva appena caricato nei serbatoi da un distributore piazzato nella stessa area aziendale. L'inchiesta avviata dalla procura di Barcellona Pozzo di Gotto spiegherà nei dettagli le cause della sciagura che ha colpito famiglie di onesti lavoratori finiti su quell'elicottero per una tragica coincidenza. Domenico Messina, 38 anni, il pilota, una larga esperienza nei collegamenti con le Eolie (brevetto con la Air Panarea) si era detto disponibile a portare a Salina il piccolo imprenditore marittimo Davide Taranto, 34 anni, titolare col padre Bartolo della "Taranto navigazione", un'azienda specializzata nelle minicrociere con le isole, con base a Milazzo, largo dei Mille. Taranto doveva rimettere in navigazione la nave "Lady M", ferma per un'avaria. Ecco perché con lui su quell'elicottero c'erano Pippo Adige, 54 anni, di Milazzo, un elettrauto molto esperto in motori marini e Vincenzo Fricia, 20 anni, di Priolo, un operaio tuttofare, persona di fiducia dei Taranto. L'appuntamento era alle 8 nello spiazzo della "Nuova Cometra", l'azienda che opera prevalentemente per le Ferrovie, rappresentata ieri dall'amministratore delegato Valerio Paolo Labate, di Reggio Calabria. Nei due spiazzi più grandi dello stabilimento, in mezzo ai capannoni, il "Robinson 44" ha avuto solo il tempo di alzarsi da terra di pochi metri poi, stando ad alcune testimonianze, è andato a sbattere contro la parte alta di una delle officine, crollando precipitosamente. Il dopo è "raccontato" dai pochi miseri resti che i vigili del fuoco hanno potuto raccogliere. Si deve alla testimonianza dei parenti, che sapevano del volo, se si è riusciti a risalire solo in tarda mattinata all'identità delle vittime. Taranto, Adige e lo stesso Fricia erano molto noti a Milazzo. Messina lo conosceva tutta Barcellona: un patito del volo, al punto che una volta l'elicottero se lo portò sotto casa, in mezzo alla città, e ai carabinieri spiegò che per lui quello era come un figlio. «Domenico aveva 350 ore di volo, il primo brevetto lo prese 5 anni fa e nel 2008 conseguì quello commerciale: era un pilota molto esperto», testimonia Igor Fedele, amico di Messina. Il pilota lavorava spesso per il gruppo Aicon, era il pilota di cui più si fidava Lino Siclari, patron dell'azienda che produce yacht di lusso, cantieri a due passi dalla "Nuova Cometra". Proprio tra l'Aicon e la società armatrice degli elicotteri ieri si è sviluppata una polemica a colpi di comunicati. Stefano Soglia, amministratore della "Rent Fly" di Bari, società esercente del veicolo, ha dichiarato che il "Robinson 44" era stato dato in "noleggio a secco" il 17 luglio 2009 dalla Rent Fly a un'azienda di Lino Siclari. Noleggio a secco, vale a dire senza pilota e senza carburante. «Il contratto di locazione tra Rent Fly e la società siciliana – ha aggiunto –, ha una durata di due anni. Da quando, nel luglio dell'anno scorso, Domenico Messina venne a Bari a prendere l'elicottero – ha detto ancora Soglia – non ci siamo più occupati, a qualsiasi titolo, del velivolo». Siclari smentisce. L'Aicon, con una nota ufficiale, afferma: «Noi non c'entriamo». Si cercherà nel gruppo altre sigle, altre società legate ai collegamenti integrati. Ma i familiari di Domenico Messina dicono che l'industriale messinese si spostava in elicottero solo con il pilota barcellonese, del quale aveva grande stima. Come peraltro altri industriali. Come quelli che due anni fa si trovavano su un altro elicottero, pilotato dallo stesso Messina, che sulla Panoramica tranciò un cavo dell'alta tensione fortunamente senza gravi conseguenze. La proprietà e la gestione del velivolo, l'utilizzo di un piccolo spiazzo interno a uno stabilimento per effettuare decolli e atterraggi, peraltro a poca distanza di una pompa carburanti usata per il rifornimento di mezzi aerei, fanno parte dei tanti quesiti che la Procura di Barcellona, col sostituto Michele Martorelli, cercherà di dipanare attraverso anche una serie di perizie affidate a tecnici del settore. Domani l'autopsia sui pochi resti delle vittime. È stato aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, per disastro aereo colposo e omicidio plurimo colposo. Sono stati già sentiti l'amministratore della Nuova Cometra Labate; l'amministratore dell'Aicon, Siclari; gli operai che sono stati testimoni indiretti della sciagura e altri lavoratori dell'area Asi. Si è dovuto purtroppo verificare che quanto un anno fa il Wwf con Anna Giordano e l'architetto di Salina Francesco Mirabito avevano denunciato aveva un certo fondamento. Si diceva allora, in un esposto – che la Procura ora rispolvererà –, di quella pratica del "fai da te" nei collegamenti via elicottero tra Milazzo (e non solo Milazzo) e l'arcipelago, da Filicudi a Panarea a Salina, che non terrebbero conto delle più elementari condizioni di sicurezza nell'uso dei piccoli apparecchi. L'Enac esclude ad esempio che l'elicottero precipitato a Giammoro fosse abilitato al trasporto di quattro persone e ciò potrebbe giustificare uno sbandamento del velivolo a causa del peso. In quell'occasione solo il sindaco di Leni, Gullo, emise un'ordinanza di divieto. Ora è il tempo del dolore. Di una ragazza che aspettava di "sposarsi in volo" col suo fidanzato-eroe; dei parenti di piccoli imprenditori che cercavano di riprendere il mare con la prestigiosa "Lady M" e di quelli che sono rimasti. Che aspettano di rendere ora l'ultimo saluto ai loro cari. Subito dopo sarà, anche per loro, il tempo della ricerca delle responsabilità. Indaga anche l'Enac La società esercente l'elicottero precipitato a Giammoro non è in possesso del certificato di operatore aereo (Coa), autorizzazione rilasciata dall'Enac e che consente al possessore, dopo il conseguimento di licenza, di svolgere attività di volo di tipo commerciale di trasporto pubblico passeggeri. Lo rende noto l'Enac. L'elicottero modello «Robinson 44» con sigla I-Kost era di proprietà della società «Intesa Leasing spa» di Milano e in esercenza alla società «Rent & Fly srl» di Bari. Il velivolo era munito di un certificato di navigabilità numero 15529/A rilasciato dalla Direzione operazioni di Roma dell'Enac il 12 giugno 2006 e rinnovato il 24 giugno scorso. L'Enac sta svolgendo propri approfondimenti sulla sciagura. La «Rent & Fly», non essendo in possesso del Coa, non rientra per le attività svolte tra le società certificate e controllate dall'Enac. L'elicottero coinvolto nell'incidente, essendo gestito da un soggetto privato non certificato né riconosciuto idoneo dall'Enac, poteva essere impiegato solo per attività di volo di tipo turistico che non prevedono il trasporto pubblico passeggeri.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 8/13/2010

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