Maria R. Calafati e "I broccoli di Erminia"

Maria R. Calafati e "I broccoli di Erminia" MALFA- Dopo alcune pubblicazioni di poesie, Maria Rosaria Calafati si è cimentata con il suo primo libro di racconti dal titolo “I broccoli di Erminia”, presentato dall’addetto culturale e bibliotecario Antonio Brundu. La manifestazione si è svolta nel cortile della Biblioteca Comunale di Malfa, alla presenza di un folto pubblico, che ha seguito con attenzione ed interesse l’incontro culturale. Il pomeriggio è stato allietato dal pianista Giuseppe Salvini con svariati motivi musicali eseguiti alla fisarmonica. Presenti, fra l’altro, Elsa Saltalamacchia, Assessore alla Cultura del Comune di Malfa; Mirella Fanti, Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo Isole Salina; Reinaldo Matias Fleuri, docente di Pedagogia all’Università Federale di Florianopolis (Brasile) e una folta delegazione del Comune di Leni. Inoltre non è mancata all’appuntamento la signora Erminia di Val di Chiesa, protagonista principale del libro. Il pubblico ha rivolto diverse domande all’autrice, la quale è già al lavoro per una seconda pubblicazione che riguarderà la storia dell’Ariana a Rinella con racconti e favole della sua origine. “Molto efficace – ha affermato Giuseppe Azzariti di Roma(ex funzionario statale),- il ricordo sulla contrapposizione fra ieri e oggi e la descrizione sull’universo rurale eoliano, racconti che aprono porte chiuse e fanno intravvedere la luce fioca del recente passato”. La signora Maria Giuffrè in Lopes di Leni ha detto che “in questo volume si sente e traspare l’amore dell’autrice per le isole Eolie”. Giuseppe Calafati (fratello dell’autrice) durante il suo intervento ha ricordato il giovane Davide Taranto recentemente scomparso. Nella foto di Marco Leonardi( da sin.): La signora Erminia, Maria Rosaria Calafati e Antonio Brundu. LA PRESENTAZIONE DI ANTONIO BRUNDU “Un titolo singolare ed originale, ma mirato, quello che Maria Rosaria Calafati ha scelto nel suo primo volume di racconti "I broccoli di Erminia", la cui narrazione ci porta, subito, nell'ambiente naturale ed umano che caratterizza il contesto sociale e paesano presente nell'isola di Salina. La stessa autrice è nata proprio a Salina, nel 1948 e, dal 1970, vive a Roma. Ma da più di 30 anni Maria Rosaria Calafati ritorna alle Eolie, puntualmente, ogni anno,per rivedere l'isola dei suoi sogni e rivivere emozioni, fatti ed episodi che la riportano indietro nel tempo,nel periodo della sua fanciullezza. Un periodo colmo di ricordi e che, ora, ci fa vedere attraverso il suo racconto autobiografico, tramite una comparazione fra il passato ed il presente. L'autrice ha svolto, a Roma, la professione di insegnante di lettere in una scuola media. Ha già pubblicato alcuni libri di poesie, che hanno rappresentato per lei il suo mondo privilegiato. L'amore per la sua terra l'ha portata a descrivere, con grande semplicità e spontaneità, luoghi, persone, memorie non solo di un tempo, ma anche attuali e, ogni qualvolta che ritorna a Salina, va sempre alla ricerca del tempo e dei sapori non del tutto perduti. Leggendo le pagine del libro non si riesce a staccarsene, perchè la narrazione trasporta il lettore in una dimensione che potrebbe sembrare scontata per le usanze, le consuetudini,i modi di fare e i modi di dire tipicamente eoliano, ma che ti portano a scoprire aspetti abitudinari, ma anche inediti, della vita umana che si svolgeva e si svolge nei paesi, nelle contrade e nelle campagne dell'isola. Nelle pagine che scorrono sotto gli occhi sembra che ognuno si rivede, attraverso uno specchio, come se fosse partecipe e protagonista negli episodi che vengono narrati. Ci si trova a proprio agio nel percorrere le strade delle varie località dell'isola o nel passeggiare lungo i sentieri che conducono nelle campagne e in montagna. E la medesima sensazione si prova dentro le case, i terrazzi e i giardini pieni di fiori e di ortaggi. Questa è la forza che scaturisce dal libro e permette di entrare in sintonia non solo con la natura del luogo, ma anche con gli abitanti, accoglienti ed ospitali. Il libro non a caso è dedicato all’Isola e ai suoi abitanti di ieri e di oggi. La prefazione del volume è stata curata da Enza Conti che, in modo egregio, ha analizzato le varie parti del libro suddiviso in tre racconti principali: Il primo (quello più corposo, articolato e più ampio) su “I broccoli di Erminia”, a sua volta composto da diversi capitoli come Autunno a Val di Chiesa, I nostri dirimpettai, Da Val di Chiesa a Leni, Il mio paese, La casa dei nonni, L’Osservatorio di Mari, Visita al cimitero, Il giorno della sagra, Passeggiata a Rinella, Gita alla Fossa delle Felci, On the road, La casa del Postino, Verso il ritorno, La partenza. E poi altri due racconti “Le badanti di mia madre” e “Un tranquillo weekend al convento”. In queste narrazioni il vero protagonista è il tempo che passa,ma rimane il ricordo dei momenti di vita vissuta dall’autrice tra colori, profumi,odori,emozioni, sentimenti e nostalgia. Erminia è una donna semplice e laboriosa, dedita alla faccende domestiche, ma anche alle attività agricole tradizionali. Attraverso la narrazione,intercalata da termini e parole del dialetto eoliano, si viene a conoscenza della vita quotidiana della gente dell’isola e il racconto rende vivo ciò che la memoria potrebbe cancellare. Giardini,case dei contadini e dei pescatori,il profumo del pane caldo appena sfornato, l’odore ed il sapore dei limoni,dei dolci fritti nell’olio; e poi le lunghe passeggiate, le feste patronali,la descrizione dei luoghi (la spiaggia di sabbia vulcanica, le grotte per custodire gli attrezzi della pesca, i porticcioli, i tramonti spettacolari). Ed ancora l’Autunno con i colori superbi (giallo, arancione,rosso ruggine) immersi nel verde intenso della vegetazione isolana, delle piante dei capperi, degli ulivi, noci e fichidindia. Nel secondo racconto “Le badanti di mia madre”, l’autrice descrive il rapporto complesso tra gli anziani e le loro badanti. Si tratta , però, di un incontro-scontro non con le badanti, ma con la realtà dell’invecchiamento, della perdita di autonomia e di memoria. Nel terzo racconto, infine, intitolato “Un tranquillo weekend al convento”, l’autrice, durante un breve viaggio nell’’entroterra della Sicilia, pernotta in un convento fuori dal centro abitato, a ridosso del cimitero. Le tendine della piccola cella si muovevano agitate dal vento. Ed è questa agitazione puramente letteraria che anima lo spirito e la vena poetica e narrativa di Maria Rosaria Calafati”.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 9/7/2010

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