Spiagge dopo il sisma in attesa degli interventi

Spiagge dopo il sisma in attesa degli interventi Gazzetta del Sud Peppe Paino Lipari Un mese e mezzo dopo la scossa di terremoto di poco più del quarto grado della scala Richter che ha fatto tremare dalla paura isolani e turisti, i divieti imposti da ben sette ordinanze a firma del sindaco Mariano Bruno rimangono sulla carta. Né si sa qualcosa sull'inizio dei cosidetti "interventi di bonifica e/o protezione attiva finalizzati alla mitigazione del rischio" richiamati nei provvedimenti, cioè i tanto necessari interventi di messa in sicurezza per i quali il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, ha assicurato che i soldi ci sono. Ma c'è di più: la Guardia costiera finora, durante i suoi sopralluoghi nelle spiagge interessate di Lipari e Vulcano, ha contato soltanto la collocazione di un paio di cartelli monitori; si trovano solo a "Praia Vinci", nel tratto di costa più colpito dal sisma quanto immortalato lo scorso 16 agosto da foto-telecamere. Ma quei cartelli, che recano l'avvertimento del pericolo per i bagnanti, sono stati girati al contrario, verso la montagna per non spaventare quei turisti che ancora effettuano le escursioni via mare. Per il resto, alla spiaggia dei gabbiani, nel tratto di costa Pietra Liscia, Arena, La Cava, a nord dello stabilimento balneare White Beach, ed ancora a Valle Muria, Gelso-spiaggia dell'Asino e spiaggia di Cannitello (queste ultime a Vulcano) è come se non fosse accaduto nulla. In effetti il terremoto non ha fatto altro che mettere definitivamente a nudo quelli che sono i problemi, risaputi, di queste zone: le frane. Ma il fatto che i crolli non abbiano provocato, per miracolo, morti e feriti ha probabilmente fatto abbassare la guardia esattamente nella stessa misura del passato quando tali fenomeni venivano puntualmente denunciati e sistematicamente lasciati cadere nell'indifferenza. Ora, come ha già ha avuto modo di evidenziare il prof. Franco Ortolani, direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del territorio dell'Università di Napoli «INGV e Protezione Civile nazionale e regionale, con la obbligatoria collaborazione di altre strutture di ricerca e di chiunque abbia buone idee, devono supportare i governi per andare verso la certificazione di sicurezza ambientale, particolarmente necessaria per le aree turistiche che garantiscono una consistente parte dell'economia regionale e nazionale». Certamente un turista preferirà venire alle Eolie sapendo che vi è un valido ed efficace sistema di controllo ambientale in grado di tenerlo correttamente informato e di garantirgli l'incolumità. Ma perché ciò sia possibile occorrono seri piani di difesa del territorio e dei cittadini da predisporre con relativa celerità. Una situazione che fa il paio con i disagi nei trasporti nelle isole Eolie. E ciò a seguito del fatto che una zona del porto di Sottomonastero, a Lipari, è stata interdetta ai traghetti perchè pericoloso, a Santa Marina Salina è stato invece vietato lo sbarco ai mezzi pesanti (camion e autobus) perchè le strade sono a rischio frane. Le ordinanze sono state emesse dalla Capitaneria e dal sindaco di S. Marina, Lo Schiavo.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 10/1/2010

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