Non vergognatevi della vostra fede

Riceviamo da Roberto Sauerborn e pubblichiamo: “IL CORAGGIO DI SOGNARE ASSIEME AL SANTO PADRE” “Nessuno può toglierci questo coraggio, questa forza. Siete esempio per tutta l’Italia” Oggi è Benedetto XVI il Papa, il “dolce” Vicario di Cristo in terra, colui che porta la testimonianza e la parola di Dio agli uomini facendosi interprete autentico del Vangelo. Ed è “la fede il fondamento di tutta la vita cristiana”, che trova nel Vangelo la guida per la vita degli uomini e delle donne cattoliche. BENVENUTO, SANTO PADRE! E’ iniziata con la partenza dell’aereo papale da Ciampino alle 8,15 del 3 ottobre, il ventunesimo viaggio apostolico di Benedetto XVI in Italia, destinazione Palermo. L’occasione è la conclusione del raduno ecclesiale regionale dei giovani e delle famiglie: un percorso di crescita religiosa durato tre anni in tutte le diocesi della Sicilia. Arrivo al “Falcone e Borsellino” di Punta Raisi alle 9.15 e alle 10.00 Foro Italico di Palermo per il saluto ai 250.000 fedeli arrivati dalle 18 diocesi di tutta la Sicilia per la celebrazione della Santa Messa e l’Angelus. Dopo pranzo l’incontro con i vescovi della Sicilia, dopo i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i seminaristi presso la Cattedrale di Palermo. In conclusione alle 18,00 in piazza politeama l’incontro con i giovani. Palermo ha vissuto tre giorni di dolce festa grazie anche alle 20 “Fontane di Luce” accese in 20 chiese della città, per una catechesi su diversi ambiti: Ambiente, Cittadinanza attiva, Giustizia e legalità, Lavoro, Scuola ed Università con la partecipazione intensa della comunità cristiana. Tre giorni che hanno preparato Palermo all’arrivo del Vicario di Cristo facendo elaborare gli affanni di un popolo ancora in grande difficoltà, ma che ci hanno regalato una Palermo che non vedevamo da anni: pulita (come non mai), silenziosa, allegra, serena, gioiosa…felice. La vera protagonista è stata lei, la felicità che abbiamo letto (e avuto) sui volti di tutti e che si è trasmessa, contagiosa, tra tutti fagocitando dolcemente ogni altro sentimento, facendo crescere e lasciando solo speranza per una Sicilia, “ISOLABELLA”, solo “feconda del seme del germoglio evangelico”. Così, Benedetto XVI ha potuto dire, nell’incontro pomeridiano con i giovani (e non solo) agli oltre, altri, 100.000 in piazza Politeama, come “il Vescovo di Roma va dovunque per confermare chiunque nella fede, ma, oggi, torna a casa ricco della Vostra fede e confermato nella sua fede.” Ma, Benedetto ha anche ricordato i “martiri” moderni della Sicilia, primo fra tutti Padre Pino Pugliesi che ha ricordato essere “appartenente a questa comunità ecclesiale, e che è stato barbaramente ucciso dalla mafia. Vi esorto a conservare viva la sua testimonianza sacerdotale e a seguirne l’esempio” E’ un Papa colto, uno studioso, un teologo, un grande testimone di Cristo e lo si coglie in ogni parola, in ogni sguardo che ci regala. E’ un Papa meravigliato e sorpreso dai siciliani che hanno affermato (non solo con i numeri eccezionali e inattesi), agli occhi del Vicario di Cristo, come l’eredità cristiana, qui, non ha mai rischiato di andare persa e che, anzi, è sempre più fortemente radicata in tutti gli strati della vita sociale permeandone, in una strana e consapevole contraddizione, anche coloro che fanno del realismo materialista la loro giornaliera bandiera… Un’eredità cristiana riconosciuta da Benedetto XVI nella sua omelia mattutina, davanti agli oltre 250.000 presenti, quando ha detto “come il vostro senso religioso abbia sempre ispirato e orientato la vita familiare, alimentando valori, quali la capacità di donazione e di solidarietà verso gli altri, specialmente i sofferenti, e l’innato rispetto per la vita. …La Sicilia è stata ed è terra di santi, appartenenti ad ogni condizione di vita. …A voi, fedeli e laici, ripeto: non abbiate timore di vivere e testimoniare la fede…Non vergognatevi di dare testimonianza al Signore nostro. Ci si deve vergognate del male…che si arreca alla Comunità civile e religiosa con azioni che non amano venire alla luce.” Il viaggio di Benedetto XVI, cade in occasione di una grave crisi amministrativa e occupazionale per la nostra terra, non molto diversa da quella affrontata da Giovanni Paolo II, il 9 maggio 1993, nella valle dei templi. A tale proposito, parole significative sono state dette da S.E. Mons. Paolo Romeo, Arcivescovo Metropolita di Palermo: “Tanto immobilismo sociale e culturale, come pure una gestione politica discontinua e poco attenta alla problematica della disoccupazione giovanile, rischia di far penetrare in loro il senso di sconfitta, il tarlo pericoloso dello scoraggiamento.” Ma Benedetto XVI ha portato la speranza e la fede, sia a tutti coloro che vivono anche momenti di estrema difficoltà lavorativa, ma anche speranza per il futuro, per i giovani che fanno della loro vita un progetto nelle mani di Dio e non un destino nelle mani di nessuno. Il Santo Padre Benedetto XVI ha piu' volte espresso il desiderio, fondato su una evidente necessita' teologica e pastorale, che nasca in Italia una nuova generazione di cattolici impegnati in politica. Come lui, anche altri autorevoli prelati della chiesa Cattolica, si sono espressi sull’argomento esprimendo speranza sull’attuale fase di profonda incertezza politica e di governo sia nazionale che, nello specifico, regionale. “Usciamo da un lungo periodo nel quale sono state seminate molte incertezze circa il ruolo pubblico del cristianesimo e, quindi, sulla natura di una presenza dei cattolici nella politica", si legge su uno dei siti WEB dedicati al Magistero del Vicario di Cristo. Incertezze che, anche per il presidente della Cei, Cardinal Bagnasco, "ora sembrano superate o in via di superamento, grazie anche al grande magistero di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Ed e' quindi possibile la ripresa, che non nasce dal nulla, ma da un periodo di maturazione, talvolta anche dolorosa ma non per questo meno solida e promettente". Sarà così anche per la nostra Sicilia? Certo è che, in Sicilia, il “periodo di maturazione, talvolta anche dolorosa” pare non volere passare anzi, a leggerne la storia, è un tempo che la accompagna da sempre rendendola terra difficile, dura, controversa ma anche bella e desiderata. GRAZIE SANTO PADRE! Roberto Sauerborn

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 10/4/2010

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