Presentato il libro di Simonetta Agnello Hornby

Presentato il libro di Simonetta Agnello Hornby Michele Merenda SALINA – Evento letterario di grande prestigio a Salina. Nel tardo pomeriggio di mercoledì, infatti, l’Associazione culturale “Salina 2000”, in collaborazione col comune di Leni, ha organizzato un incontro a Piazza Pittorino con la famosa scrittrice Simonetta Agnello Hornby per presentare il suo ultimo libro: “Un filo d’olio” (ed. Sellerio). Nativa di Palermo, la scrittrice vive a Londra da molto tempo, dove per diversi anni ha svolto la carica di presidente del Tribunale di Special Educational Needs and Disability. Il romanzo d'esordio, “La Mennulara”, bestseller tradotto in dodici lingue, ha ricevuto tanti importanti premi letterari, tra cui il “Forte Village” ed il “Premio Stresa” di narrativa. L’autrice, con opere del calibro di “Vento scomposto” o “La monaca”, ha dimostrato di sapersi destreggiare tra vari generi, non fossilizzandosi sempre sugli stessi modelli. “Un filo d’olio”, difatti, parla del “sapore” dei ricordi, unito indissolubilmente alle ricette d’infanzia rielaborate da mamma Elena e zia Teresa sulla base di un ricettario familiare. Gli ingredienti di quest’ultima fatica letteraria sono proprio le ventotto ricette di sua sorella Chiara; memorie d’infanzia incentrate sui rituali di casa Agnello nelle lontane estati degli anni Cinquanta, con i loro odori, colori e sapori. Il tutto legato da un filo conduttore, quel famoso “filo d’olio” proveniente dall’oliveto ultracentenario di Mosè nell’agrigentino, prezioso in ogni frangente. «Quest’ultimo libro – ha dichiarato la scrittrice – l’ho scritto per amore di mia madre, di mia zia e anche dei miei nipoti. Era giusto che loro, così giovani, conoscessero questi ricordi ed il valore delle nostre tradizioni. Ho passato tutto agosto a Mosè cercando di ricostruire dieci anni salienti della mia vita, trascorrendo il tempo con mia sorella Chiara e mio cugino Silvano. L’errore maggiore che uno scrittore può fare – ha spiegato – è scadere nel protagonismo. Occorre sempre cercare la giusta armonia tra le parti. Io sono passata da diversi soggetti letterari e sono dell’idea che bisogna scrivere sempre col proprio cuore, nei limiti delle proprie capacità. Tutti ne siamo capaci ed anzi esorto la gente a scrivere, perché è una gioia indescrivibile ed inoltre comunicare è un diritto dell’uomo. La cosa più brutta – ha detto alla folla numerosa – è essere presuntuosi. Credo che affidarsi ad un corso di scrittura, ad un editor o ai consigli degli amici non comprometta la propria arte; penso a De Roberto, il più grande scrittore siciliano di tutti i tempi, che mandava i propri scritti a colleghi o critici di cui si fidava. Mi sono innamorata della vostra isola e di questa pietra lavica, a tal punto d’aver deciso – ha annunciato in prima assoluta – che il fidanzato dell’eroina protagonista del mio nuovo romanzo sarà proprio di Salina. Scrivere un’intera opera ambientato qui sull’isola – ci ha poi detto – comporterebbe un trasferimento in loco; non che la cosa mi dispiacerebbe, anzi, ma la mia vita ha determinati impegni, tra cui il lavoro e la famiglia. Il sapore dei ricordi brutti va eliminato? Ogni volta che ho cambiato casa (e da quando vado all’estero mi è successo cinque volte in tre continenti diversi) cerco sempre di portare con me sia i bei ricordi di ogni stanza o del giardino, che sono facili, sia quelli brutti o tristi. Poi quest’ultimi vanno via, però so di averli sempre dentro me».

, a cura di Peppe Paino