Dal 1400 a.C. al 1270 a.C. nell’Arcipelago Eoliano si afferma la cultura del Milazzese. Il nome deriva dall’omonimo promontorio dell’Isola di Panarea, presso il quale, nel 1948, è stato rinvenuto un villaggio preistorico che risale alla media età del bronzo, tra la fine del XV secolo e la prima metà del XIII secolo a.C. circa. Questo villaggio è costituito da una ventina di capanne dalla forma ovale ed è stato costruito in una zona inaccessibile adiacente alla Cala del Giunco, protetta su ogni lato da strapiombi di almeno 20 m di altezza. Le costruzioni sono contornate da un vasto recinto rettangolare e, probabilmente, sono stati depositi presso cui venivano conservate le merci. Le capanne hanno il piano di calpestio formato da sabbia marina battuta, il tetto ligneo, uno zoccolo perimetrale e, alcune di esse, sono ripartite internamente in più vani. Intorno al promontorio, inoltre, prendono posto numerose insenature che sono state usate dagli abitanti del villaggio come approdi naturali, in quanto ben protette dai venti. Nel corso degli scavi, grazie ai quali è stato rinvenuto questo centro abitato, sono stati recuperati anche frammenti di vasi al cui stile è stato dato il nome di “Cultura Milazzese”. Le ceramiche della Cultura Milazzese sono scure, lucide e decorate con nervature in rilievo e linee incise. Questo stile ha delle notevoli somiglianze con la coeva cultura di Thapsos della Sicilia Orientale, tanto da far pensare che le Isole Eolie fossero state conquistate da popoli provenienti dalla Sicilia. Punta Milazzese è raggiungibile a piedi tramite un sentiero che parte dal porto di San Pietro. Ma questa zona non è sola: anche un villaggio sull’Acropoli di Lipari ed uno in Località Portella a Salina sono riconducibili alla cultura del Milazzese, insieme ad altre zone della costa settentrionale della Sicilia, come Ustica, Milazzo e Messina.
di Francesca Zampaglione
Data notizia: 2/18/2016
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