Gazzetta del Sud
Mario Cavaleri
Palermo
Dalla direzione regionale del Pd riunitasi ieri sera è arrivato il sì definitivo al quarto governo di Raffaele Lombardo. Hanno votato a favore in 26, due i contrari, sette astenuti. Numeri che trasferiti all'Ars dicono ancora di più, nel senso che solo un paio dei 29 deputati non daranno il loro appoggio.
Il dibattito ha rispecchiato le posizioni già note, con i componenti vicini a Bianco e Mattarella contrari, ma in posizione del tutto minoritaria. Anche ieri la senatrice Anna Finocchiaro, dopo i giudizi positivi espressi sabato a Catania partecipando alla Festa dell'Mpa, è tornata sull'argomento per ribadire: «Così come ho messo la faccia quando mi sono candidata contro Raffaele Lombardo, oggi metto la faccia per dire quello che penso: il Pd in Sicilia sta facendo la cosa giusta al momento giusto. In questa fase il nostro partito dovrà essere vigile sentinella, ma anche protagonista incalzante del cambiamento».
Punti chiave sottolineati nel documento finale della Direzione che dopo il crollo del Centrodestra, valuta positivamente la nascita di un governo di tecnici perché rompe col Pdl e con quella parte dell'Udc che ha preso le distanze dal partito nazionale. Si sono realizzate così le «premesse per una convergenza e un'alleanza che possono caratterizzare i prossimi appuntamenti elettorali in alternativa al centrodestra».
In aderenza a quanto auspicato reiteratamente da Lombardo che aveva indicato in un programma comune che guardasse oltre l'attuale legislatura il motivo fondante del nuovo stare insieme tra forze centriste che realizzano qui per la prima volta un'esperienza di governo foriera di sviluppi imprevedibili a livello nazionale dove il mutato scenario politico sembra più sensibile a recepire la novità maturata a Palazzo d'Orleans.
Tant'è che sempre di più nelle ultime settimane si parla di "laboratorio Sicilia", di esperimento "terzista" utile a verificare la capacità di condividere un percorso riformista che prendendo atto della fine del bipolarismo e guardando avanti, archivi definitivamente quelle categorie destra-sinistra-centro, architettura su cui si è retta finora la strategia dei partiti, fino a farli sentire distanti dalla realtà sociale ed economica che cercano risposte sulle cose concrete con politiche di governo capaci di tracciare prospettive credibili piuttosto che logoranti dibattiti su contrapposizioni datate. E in una situazione romana confusa con assetti in continua evoluzione, l'esperienza siciliana può rappresentare un ulteriore scossone al bipolarismo, già in crisi politica e parlamentare oltre che di valori.
La partita diventa cruciale e si va facendo violenta, tanto da avere registrato campagne mediatiche senza precedenti e da far temere azioni di disturbo. Lo ha denunciato ieri sera anche il presidente Lombardo nel corso del suo intervento a "L'Infedele" parlando di attacchi denigratori da parte di free-press sostenuti economicamente da ex alleati e oggi avversari, qualcuno di questi con carica di governo, determinati a imbastire operazioni per nuocere magari credendo così di compiacere il premier. Insomma, si respira aria sempre più avvelenata.
Comunque, incassato il sì del Pd, dei "finiani" di Futuro e Libertà e dell'Alleanza per l'Italia, che insieme con l'Mpa formano il cartello a sostegno dell'esecutivo, Lombardo stasera si presenterà all'Ars ufficializzando le deleghe agli assessori già designati una settimana fa. Con una novità: l'ingresso del messinese Daniele Tranchida, 51 anni, padre di due figli.
E' accaduto che la dirigente regionale Letizia Diliberti, nominata martedì scorso ma nel volgere di 24 ore rinunciataria per lasciare ancora spazio a un recupero dell'uscente Nino Strano, doveva essere sostituita dal direttore generale dell'assessorato Marco Salerno. Una soluzione indicata dal sen. Fabio Granata mentre FLi non abbandonava l'ipotesi Strano. Però, il forfait di Salerno e il non voler creare ulteriori ostacoli a Lombardo insistendo su Strano, ha portato i "finiani" a optare per una terza ipotesi questa volta suggerita dall'on. Carmelo Briguglio, da qui la scelta di Tranchida: docente di Storia moderna a Scienze politiche, componente del collegio docenti del dottorato in storia europea mediterranea, attuale componente del cda del Teatro Vittorio Emanuele. Ovviamente, trasferendosi a Palermo nell'ufficio di via Notarbartolo, Tranchida si metterà in aspettativa all'Università e lascerà il consiglio di amministrazione del teatro.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 9/28/2010
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