Cous Cous fest, quando parla la cultura del cibo

Cous Cous fest, quando parla la cultura del cibo Giuseppe Giarrizzo Spiagge di sabbia finissima, mare cristallino, il dolce profilo delle case bianche e basse, l’ondeggiare delle barche, la frescura al tramonto. Benvenuti a San Vito Lo Capo, dove ogni angolo invita alla pace e al relax. Un vero balsamo per il corpo e l’anima. È in quest’angolo di Sicilia, in questo piccolo mondo fatto di acqua e di luce, che anche quest’anno, dal 21 al 26 di settembre, si è svolto il magico Cous Cous Fest, il Festival internazionale dell’integrazione culturale che riunisce popoli, tradizioni e culture all’insegna dello slogan “Make cous cous not war”. Per la tredicesima edizione la cittadina ha ospitato una manifestazione unica nel suo genere per l’atmosfera, le emozioni, la gente, i colori, l’arcobaleno di culture e sapori. Un viaggio dall’Oriente all’Occidente attraverso i costumi e gli usi dei paesi partecipanti (ben nove quest’anno), dove ogni colore racconta una storia, svela un segreto, narra una tradizione. E poi degustazioni, momenti di approfondimento, incontri culturali e talk show sull’incantevole sfondo della spiaggia di San Vito Lo Capo dove dal mare giunge, esotico, il profumo dell’Africa. Da mezzogiorno a mezzanotte il villaggio gastronomico ha aperto le cucine ai visitatori del Festival per soddisfare tutti i gusti, anche i palati più esigenti, con ben 35 differenti ricette da assaggiare. Verdure, pesce, carne, spezie ed erbe aromatiche … ma anche i tipici dolci siciliani. E poi la possibilità di degustare il cous cous comodamente seduti sui divanetti etnici e i pouf colorati della gigantesca tenda berbera Al Hawa (il suo nome, in arabo, significa oasi nel deserto): mille metri quadrati avvolti in un’atmosfera da sogno, tra danze del ventre e narghilè. Un’ottima occasione per coniugare momenti di vero relax, piacere gastronomico ed intrattenimento. Ed ancora, per i visitatori più esigenti, il Cous Cous Lab ha rappresentato il contenitore di approfondimento della rassegna. Qui a parlare è stata la cultura del cibo, tra degustazioni, riflessioni e pensieri, per scoprire le ricette della tradizione, i piccoli trucchi custoditi tra i fornelli, l’antico sapere gastronomico. Si è spaziato dal wine tasting di vini siciliani alle ricette della tradizione contadina trapanese, dal cous cous freddo alla menta con capone caramellato, fino ai sapori del cous cous biologico. Un percorso alla riscoperta del gusto, tra tradizione e innovazione. Tutto questo ed altro ancora ha fatto da sfondo al momento più colorato e atteso della manifestazione: la gara gastronomica internazionale di cous cous cui hanno partecipato Algeria, Costa D’Avorio, Francia, Israele, Italia, Marocco, Palestina, Senegal e Tunisia. Due le giurie incaricate di votare il piatto preferito: una tecnica, composta da giornalisti ed esperti e guidata da Edoardo Raspelli, conduttore di “Mela Verde”, ed una popolare, formata da cento visitatori della manifestazione. Ogni sera, al tramonto, artisti, autori, comici e attori, raccontati dalla giornalista Donatella Bianchi, sono saliti sul palco in piazza Santuario animando il talk show del fest “Cafè le Cous Cous”. Ospite d’onore Vladimir Luxuria, che ha parlato d’integrazione sotto un originale punto di vista. Ed infine spazio alla musica di qualità con artisti d’indiscutibile spessore, a partire dall’energia e la creatività dei Sud Sound System fino alle sonorità ska e reggae dei siciliani Skarafunia, passando per i suoni autentici di dj Click e Tziganiada & Amrat Hussain Gypsy Trio, in grado di combinare la febbre balcanica con l’energia della musica elettronica. Ed ancora i ritmi e le armonie delle musiche mediterranee dei Qbeta e di Lello Analfino, ma soprattutto gli indimenticabili successi delle due star d’eccezione: Daniele Silvestri e Carmen Consoli. Alla sua tredicesima edizione il Cous Cous Fest si riconferma tra gli appuntamenti più attesi e significativi dell’estate siciliana. Mare da sogno, ritmi lenti, ospitalità, ottimi servizi, buon cibo, musica di qualità e prezzi abbordabili. Questa la ricetta per la buona riuscita di un evento che fa dell’integrazione culturale la sua stessa ragion d’essere e che è in grado di attirare ogni anno a San Vito lo Capo decine di migliaia di visitatori al giorno (duecentomila in tutta la manifestazione), compresi i media nazionali ed internazionali. Un ottimo biglietto da visita per una cittadina che è riuscita a proporre e realizzare un genere di turismo intelligente e virtuoso. Raro, se non unico esempio, nel panorama isolano. A proposito, stavamo dimenticando di svelarvi il paese vincitore di quest’anno… la Tunisia con il cous cous di agnello preparato dagli chef Hajer Arouie. La Tunisia si è imposta sugli altri partecipanti a larghissima maggioranza "soprattutto per la saporosità, la ricchezza e la tradizione su cui si è innestata la presenza di elementi meno consueti". La premiazione è avvenuta nella gremita piazza Santuario di San Vito Lo Capo alla presenza del Ministro della salute Ferruccio Fazio e al presidente della Provincia di Trapani Mimmo Turano.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 9/28/2010

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