Gazzetta del Sud
Michele Cimino
PALERMO
Via libera delle donne all'inserimento della preferenza di genere nella legge elettorale per gli enti locali, i cui articoli sono in discussione da oggi all'Ars. A una condizione: che si tratti di una norma transitoria, da mantenere in vigore il tempo necessario per creare le condizioni di una partecipazione maggiore delle donne nelle assemblee elettive. Su questo punto, come è emerso da una serie di incontri organizzati dalla deputata del Pid Marianna Caronia, si sono trovate tutte d'accordo. "In passato – ha spiegato, in proposito, la consigliera regionale di parità Natalina Costa – pensavo alle quote rosa, o a strumenti alternativi per garantire la presenza femminile nelle istituzioni, come a una ghettizzazione delle donne. Oggi invece mi rendo conto, anche per la scarsa presenza delle donne nelle assemblee elettive, che senza l'individuazione di un percorso condiviso, questo gap non potrà mai essere superato". Oggi dovrebbe essere presentato all'Ars l'emendamento a firma congiunta delle uniche tre donne deputato, "frutto – ha precisato Marianna Caronia – del lavoro congiunto delle donne presenti nelle istituzioni, nei sindacati, nell'imprenditoria, nella cosiddetta società civile dell'intera Sicilia", tutte coinvolte "in una riflessione che parte da un embrione di emendamento che introduce la seconda preferenza di genere, non obbligatoria, per i comuni sopra i 50 000 abitanti e per le province". "Ho registrato fin qui – ha detto ancora l'on. Caronia – una quantità di suggerimenti ed opinioni che, sono certa, produrranno un testo non solo condiviso, ma che tenga conto delle esigenze reali del mondo femminile. Un fatto inedito nella politica di questa Regione"."Quando le donne si siedono intorno ad un tavolo – ha incalzato il capogruppo dell'Udc Giulia Adamo, che in passato sia era pronunciata contro l'iniziativa, ritenendola un modo per ghettizzare le donne – riescono a trovare la mediazione anche tra posizioni lontanissime. Ed è quanto è avvenuto tra le donne della società civile e le tre deputate regionali. Il comune desiderio di una maggiore partecipazione femminile alla politica attiva – ha spiegato – si esprimeva in emendamenti diversi tra loro che, quanto all'introduzione della seconda preferenza di genere, suscitavano la mia perplessità. La decisione di farne una norma transitoria, che ci pone al riparo da pericolosi rientri della multi preferenza, ha risolto il problema". "Mi fa piacere – ha aggiunto Giulia Adamo – che nell'emendamento troverà posto anche la norma proposta da me, che prevede un incremento della percentuale delle donne nominate nelle giunte, in linea con la battaglia condotta dalla Fondazione Bellisario per la presenza delle donne nei Consigli di amministrazione". "La doppia preferenza di genere nella riforma della legge elettorale – ha sottolineato la deputata del Pd Concetta Raia – farebbe fare alla Sicilia un salto in avanti sul piano della democrazia paritaria". Inoltre, per Concetta Raia, "prevedere la doppia preferenza di genere come norma transitoria' è una soluzione che ha portato una unità di intenti assolutamente necessaria in questa fase. Il Pd in passato ha presentato proposte nella stessa direzione. Adesso è importante percorrere questa strada con una visione condivisa fra tutte le parlamentari presenti all'Ars: raggiungere questo obiettivo significa andare incontro alla voglia di democrazia e partecipazione che nasce nella società, e alla quale la politica non può restare indifferente". Per parte loro, le sindacaliste Elvira Morana (Cgil), Danaiela De Luca (Cisl) e Ester Vitale (Uil) hanno rivolto un appello a tutti i deputati dell'Ars affinché l'emendamento a firma delle tre deputate "sia accolto e la legge elettorale che sarà varata dall'Ars contenga la previsione della doppia preferenza per assicurare una presenza paritaria di genere nelle istituzioni. "La nostra richiesta – hanno spiegato le tre sindacaliste – è in linea con i principi di sussidiarietà, in coerenza con il nuovo quadro costituzionale, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Ue e con la sentenza della Corte costituzionale n. 4 del 2010. Riteniamo – conclude l'appello delle sindacaliste – la presenza paritaria di genere nelle istituzioni fondamentale per una compiuta democrazia in Sicilia"..
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 3/22/2011
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