La Sicilia torna laboratorio politico

Gazzetta del Sud Michele Cimino Palermo Riaperto dall'Udc il laboratorio politico siciliano che ha finora ispirato, anticipandole, le formule politiche di governo e le alleanze nazionali. A Palazzo dei Normanni, infatti, mentre a Roma dominavano i governi del Cln Ccomitato di liberazione nazionale, con dentro tutti i partiti del cosiddetto "arco costituzionale", si diede vita ai governo di centrodestra, si passò, quindi, ai governo centristi e, successivamente al milazzismo che, però, grazie al grande intuito di Aldo Moro, implose, non riuscendo ad oltrepassare lo Stretto. Subito dopo, però, sempre in Sicilia, si tenne a battesimo, con Giuseppe D'Angelo, il primo governo di centrosinistra, la cui formula fu riproposta a Roma, nel dicembre del '63, da Aldo Moro. Nel '74, quindi, a Palazzo dei Normanni, a conclusione di una lunga trattativa che ebbe per protagonisti Saro Nicoletti, Nino Lombardo, Achille Occhetto e Pancrazio De Pasquale, si diede vita alla formula di "solidarietà autonomista", che aprì la strada ai governi romani di "solidarietà nazionale", sostenuti anche dal Pci. E non è finita. E' stata l'Ars, infatti, a fare da battistrada, nel '92, all'elezione diretta dei sindaci, ponendo le premesse per il passaggio dal sistema proporzionale al maggioritario. Ora Gianpiero D'Alia e l'Udc siciliana ci riprovano proponendosi di radicare in tutta l'isola la formula vincente di Bagheria, dove Udc, Mpa, Fli e Api, alleati col Pd, hanno eletto sindaco Vincenzo Lo Meo, sconfiggendo il candidato del ministro Saverio Romano, sostenuto, oltre che da Pid, dal Pdl e da Forza del Sud. Formula, peraltro, individuata e programmata dal partito di Pierferdinando Casini per essere esportata oltre lo Stretto. Ieri, infatti, presieduto dal senatore D'Alia, è riunito a Palermo il coordinamento regionale dell'Udc, che ha deliberato di costituire all'Ars e nei consigli comunali e provinciali di tutta la Sicilia il coordinamento con Fli, Api, Mpa, aprendo al Pd. «Il risultato delle elezioni – si legge nel documento diffuso a conclusione della riunione – ha dimostrato, ancora una volta, che c è nel Paese una voglia di partecipazione e di cambiamento contro i trasformisti ed i voltagabbana. Secondo il coordinamento regionale – prosegue la nota - l'analisi del voto amministrativo fa emergere il ruolo politico ed elettorale determinante del partito nelle alleanze che, anche in Sicilia, hanno portato alla totale sconfitta del centrodestra. Il risultato conferma, quindi, la bontà della linea nazionale del Terzo polo interpretata da Casini, Fini e Rutelli che deve essere radicata oggi più che mai in ogni comune della Sicilia. In questo contesto – si sottolinea nel documento – il coordinamento regionale ha valutato positivamente l'apertura dell'Mpa e del suo presidente, Raffaele Lombardo, alla piena ed incondizionata adesione del movimento autonomista al Terzo Polo, che sarà certamente ed unitariamente confermata dal movimento, a fine mese, in occasione del congresso regionale degli autonomisti». Di conseguenza, è stato dato mandato al gruppo parlamentare dell'Udc all'Ars «di avviare le intese con gli altri gruppi per la costituzione del coordinamento del Terzo polo anche al parlamento regionale ed al segretario regionale di avviare le opportune intese con i responsabili siciliani di Fli, Api e Mpa per l'istituzione del coordinamento politico regionale del Terzo polo». Parte del documento è rivolta al Pd per confermare «stima ed amicizia al segretario regionale del Pd, on. Giuseppe Lupo, al capogruppo all'ars, on. Antonello Cracolici, e all'intera dirigenza regionale del partito» e per ribadire «la volontà dell'Udc di proseguire il cammino di collaborazione per il rinnovamento morale e politico della Sicilia, confermando la disponibilità a lavorare per la costruzione di una alleanza politica sul "modello Bagheria" che faccia del blocco moderato e riformista il perno centrale del processo di riforma e di sviluppo della economia e della società siciliana». Il documento dell'Udc conclude con «l'auspicio che l'importante appuntamento regionale del Pd, del prossimo 19 giugno, si concluda con la volontà di avviare un confronto sempre più proficuo con l'Udc ed il Terzo polo, senza tentazioni plebiscitarie incompatibili con il ruolo e la funzione del Nuovo polo per la Nazione». Duro il commento degli scissionisti del Pid di Saverio Romano. «Il "modello Bagheria" che l'Udc vorrebbe esportare come sistema per puntellare l'alleanza anomala tra il terzo polo con il Pd e persino con la schiera di partiti dell'estrema sinistra – ha dichiarato Nino Dina , segretario regionale del Pid– è solo una sorta di Blob politico che sancisce il definitivo asservimento dei resti di un partito dalla tradizione centrista come quello di Casini e D'Alìa alla leadership di Bersani e magari a quella di Cracolici in Sicilia». «Sento parlare di "modello Bagheria" da esportare – ha aggiunto il capogruppo all'Ars del Pid Rudy Maira – e osservo che il voto politico, da sempre, si caratterizza per il risultato raggiunto dai partiti, con proprie liste, nel primo turno elettorale. Per questo, atteso che i Popolari di Italia domani, proprio a Bagheria, sono il primo partito con il 18 per cento dei consensi, ritengo che l'anelito degli Udc Casini e D'Alia vada davvero assecondato, anche perché darebbe proprio a noi del Pid una messe di voti».

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 6/18/2011

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