Equilibrio delicato fra spiritualità e scenografia

Equilibrio delicato fra spiritualità e scenografia Riceviamo da Michele Giacomantonio e pubblichiamo: Fra le processioni eoliane una delle più suggestive è quella della Madonna di Porto Salvo che si svolge in una domenica di metà luglio, caduta, quest'anno, nella giornata di ieri. Le barche, piccole grandi, con in testa quella che porta la Madonna che ha preso a modello il volto di una giovane eoliana di tanti anni fa, partono verso le 19 da Sottomonastero arrivano fino a Punta S. Francesco e quindi tornano indietro sostando di fronte alla chiesetta di Marina Lunga. Infine rientrano a Sottomonastero e qui si ricompone la processione che accompagna la Madonna alla sua chiesetta dove, sul sagrato, è allestito un grande palco per la celebrazione della Messa. La lunga teoria di imbarcazioni cariche di gente che solcano lo specchio d'acqua antistante Lipari, i bengala che vengono lanciati dalle imbarcazioni, la banda musicale che continua a suonare, la gente che è rimasta a terra e che attende sul sagrato della chiesa, il suono delle campane, i botti che nelle Eolie non mancano mai, tutto questo fa parte della coreografia. E coreografia e spiritualità sono il mix che fanno questa processione particolarmente suggestiva. Ma bisogna stare bene attenti che questi due componenti riescano a vivere in equilibrio senza che la coreografia voglia strafare a danno della spiritualità. Ecco il segreto non solo della processione ma anche dell'intera festa con le bancarelle di dolciumi e giocattoli ed oggi anche dei prodotti delle nuove tecnologie che fanno da cornice alla antica devozione della gente del mare e la loro speranza di trovare sempre un porto sicuro. Ieri sera questo equilibrio fra coreografia e spiritualità, almeno per una mezzora buona, è stato gravemente compromesso ed ha rischiato di saltare. Sul parco allestito nel sagrato della chiesa, dove al rientro della Madonna si sarebbe celebrata la messa, si era insediata la banda musicale che avrebbe operato una volta terminata le celebrazioni. Voleva e doveva provare gli accordi, le voci, gli strumenti. Così dinnanzi ad un centinaio di fedeli che avevano preso posto nei banchi di fronte al palco viene scaricata una sarabanda di suoni violenti e fortissimi, assordanti, a momenti insopportabili. E l'esibizione va avanti per quindici- venti minuti, mentre alcune persone si allontanano, altre cercano di difendersi come possono dai suoni, altri subiscono in silenzio, tutto sopportando, come ormai è d'uso nelle nostre isole. Poi finalmente il silenzio. Quel silenzio che dovrebbe fare da sfondo a questa manifestazione e che invece è stato violato e violentato. Guardo verso Sottomonastero e vedo che le prime barche della processione stanno superando Sottilpalo e si addentrano nello specchio d'acqua della Marina Lunga. In quel momento, proprio in quel momento, l'aggressione assordante degli strumenti musicali riprende alla grande accompagnata,questa volta, anche da due voci femminili che fanno a gara con gli strumenti per il livello dei toni. Mi sembra incredibile. Mi alzo e mi avvicino a chi suona: - Che fate, non vedete che sta arrivando la processione. Qui c'è gente che è venuta per assistere alla manifestazione anche in raccoglimento e preghiera. - Dobbiamo provare i suoni e gli accordi perchè dopo la Messa ha inizio il concerto. Vuole che smontiamo tutto? - Ma non mi sembra questo il momento delle prove. Bisognava pensarci prima, qualche ora fa. Comunque, siccome si trattava di gente ragionevole, l'aggressione musicale si conclude lì e il resto della manifestazione, sia la processione a mare che quella a terra, sia la funzione religiosa, può avere luogo nel suo clima più congeniale. Le campane accolgono la Madonna che arriva sul barcone e dopo le campane i botti. Tutto come da tradizione. Ma che ne sarebbe di questa festa se a qualcuno, un giorno, venisse l'idea che urla e musica assordanti possono essere la sua cornice più propizia? Ieri, per almeno un quarto d'ora, ho avuto il terrore che questo giorno fosse purtroppo arrivato. Michele Giacomantonio

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 7/18/2011

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