Napolitano preoccupato rinvia le ferie

Napolitano preoccupato rinvia le ferie Gazzetta del Sud Marco dell'Omo ROMA Il traghetto per Stromboli ieri sera è partito senza Giorgio Napolitano a bordo. Troppe complicazioni, a cominciare dalla crisi economica, per poter partire subito per le vacanze: il capo dello Stato ha deciso di restare a Roma almeno fino al 2 agosto, ultimo giorno di lavori parlamentari, per monitorare la situazione dal Quirinale ed essere pronto, si ragiona in ambienti parlamentari, ad intervenire in prima persona, qualora se ce ne fosse bisogno. Le questioni da monitorare e da tenere sotto controllo non mancano. Il colle tiene ancora alta l'attenzione dopo la lettera al premier in cui ha intimato l'alt allo spostamento dei dicasteri, operazione bollata come contraria alla Costituzione. E certo, si sottolinea nei medesimi ambienti, Napolitano ha preso atto della prudenza di Berlusconi, mentre è facile immaginare che non abbia gradito l'insistenza di Bossi (anche ieri al Consiglio federale) nel dire che le sedi ministeriali aperte nella Villa Reale di Monza «restano lì» . In attesa di vedere gli sviluppi della telenovela sui ministeri, il colle tiene alta la guardia anche sulla crisi economica, con un occhio agli sbalzi delle borse e l'altro alle forze politiche e sociali, nella speranza che il suo invito alla coesione e il suo auspicio di un nuovo «scatto per sopravvivere» venga raccolto da chi ha la responsabilità di tracciare la rotta della nave Italia nei marosi della crisi. Se la nomina del nuovo ministro della Giustizia aveva dato il segno della volontà di non lasciare via Arenula con un ministro a mezzo servizio dopo la nomina di Alfano alla segreteria del Pdl, altri temi caldi mettono sotto tensione il governo. E Napolitano vuole esserci fino all'ultimo giorno di votazioni della Camera per assicurarsi che non ci siano sorprese sul decreto di rifinanziamento delle missioni internazionali. C'è poi, sempre aperta, la questione dei costi della politica: la Camera, come ultimo atto prima della pausa estiva, dovrebbe votare il bilancio interno, con alcuni tagli alle spese. Napolitano è molto sensibile all'argomento: il Quirinale sta dando il buon esempio da alcuni anni e si appresterebbe a farlo anche ora, nel momento in cui tutti i cittadini sono chiamati a tirare la cinghia per rimettere in sesto i conti pubblici.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 7/30/2011

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