Gazzetta del Sud
LIPARI- È ancora emergenza a Stromboli, l'isola dell'arcipelago eoliano dove il nuovo anno scolastico è iniziato con due pluriclassi: una che raccoglie i 21 bambini della primaria ed una che raggruppa i 16 della secondaria con due insegnanti l'una.
Ufficialmente le lezioni della primaria sono iniziate il 12 settembre ma, in segno di protesta, i genitori di Stromboli hanno deciso di non mandare a scuola i propri figli. Ieri è stata quindi la volta della secondaria: i portoni dell'istituto erano aperti, gli insegnanti però non c'erano, non sono arrivati. Il quadro, niente affatto incoraggiante, rientra nel panorama delle difficoltà in cui versa la scuola pubblica italiana. In un isola però queste difficoltà sono acuite dall'isolamento geografico, dal pendolarismo degli insegnanti, che hanno forti ripercussioni sulla continuità didattica. Ieri in tutto l'istituto era presente una sola insegnante per le elementari e nessuna per le medie. «Cosa mandiamo a fare i nostri figli a scuola in queste condizioni?», dice Ottavia Figus, rappresentante dei genitori: «A giocare? A dormire sui banchi?». La direzione didattica della scuola di Stromboli, che fa capo all'Istituto comprensivo Isole Salina, sembra d'altro canto non poter far fronte alle richieste degli isolani. Pertanto, nel corso di un'assemblea pubblica svoltasi poche ore fa a Stromboli, la popolazione ha chiesto un incontro con il provveditore agli Studi di Messina, Cataldo Dinolfo, con una lettera inviata a tutti gli organi competenti per tutelare il diritto allo studio dei bambini dell'isola. In questi anni, il malfunzionamento del sistema scolastico ha determinato il progressivo "spopolamento" di questi piccoli centri, perché molte famiglie hanno deciso di trasferirsi altrove per consentire ai propri figli di studiare.
«Ci costringono a dividere le nostre famiglie – spiega Massimiliano Cincotta, genitore – e ci mettono di fronte ad una scelta: o rimanere qui e lasciare i nostri figli nell'ignoranza, o mandare loro e le nostre mogli lontano. Qui rimarranno solo anziani ed uomini soli». Tutti gli abitanti dell'isola, e non solo i genitori, intendono proseguire nella protesta intraprendendo, se necessario, anche forme di manifestazione più incisive.
Nel frattempo, per sensibilizzare l'opinione pubblica e raccogliere l'adesione anche delle altre isole che hanno problemi analoghi, è stato creato un gruppo su Facebook: "Scuola In mezzo al Mare" , che in pochi giorni ha già raccolto centinaia di iscritti.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 9/20/2011
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