Piano punti nascita verso il ridimensionamento

Piano punti nascita verso il ridimensionamento Gazzetta del Sud Primo Romeo Palermo È ancora motivo di polemica il Piano di riordino sui punti nascita esitato dall'assessore Massimo Russo, che ha così intensificato su di sé il tiro incrociato cui è sottoposto da settimane, culminato nella mozione di sfiducia approvata dall'Ars. Un provvedimento destinato a non esaurire l'effetto con il voto all'Ars pur se da taluni definito di "valore zero". Il Piano sui punti-nascita quasi certamente sarò rivisto già mercoledì in Commissione sanità ma quanto accaduto in Aula, con l'Udc schierata contro l'assessore nonostante la difesa precedente del presidente della Regione, dà il segnale chiaro che è cominciato un periodo di fibrillazione e si è già in piena campagna elettorale, di sicuro per le Amministrative di primavera ma probabilmente anche per quelle Politiche e in questo caso pure le Regionali. Tutti sanno infatti che il precipitare degli eventi romani trascinerebbe al voto anche la Sicilia. E a livello centrale si colgono più segnali in questa direzione, non ultimo il "de profundis" dato dalla Chiesa cattolica all'attuale governo Berlusconi accompagnato dall'intento di assecondare una nuova coalizione di cattolici impegnati in politica. All'irritazione dell'Udc, che Giovanni Ardizzone collega solo all'azione dell'assessore Russo, invisa a numerosi parlamentari, corrisponde l'inquietudine nel Pd al cui interno, a giorni alterni, ogni episodio è motivo di botta e risposta. L'altro ieri il presidente nazionale del partito Rosy Bindi ha tuonato contro il sostegno al governo Lombardo; ieri il deputato regionale Davide Faraone ha chiesto le dimissioni del capogruppo Antonello Cracolici che a ruota lo ha rintuzzato: «Faraone è stato veltroniano, dalemiano, poi è passato con Violante, con Anna Finocchiaro, con Lumia e fino a poco tempo fa, prima di mettersi al seguito di Renzi, era favorevole al sostegno al governo». L'uscita della Bindi non è piaciuta neppure al deputato Giuseppe Picciolo: «A volte non vedo lo stesso sacro furore nel delegittimare l'azione politica del pluri-inquisito presidente Berlusconi, rispetto alla puntualità con cui, ad intervalli regolari, taluni esponenti del mio Partito si affannano a evidenziare solo aspetti negativi dell'esperienza Lombardo rispetto a scelte democratiche compiute, in sede regionale, dagli organismi eletti del Pd». Picciolo auspica una maggioranza politica più forte e coesa e in questo senso, richiamandosi ai tagli di Russo, dice «basta ai Piani di rientro ma solo Piani di rilancio per tutti gli Assessorati». Con quali soldi?

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 10/1/2011

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