Regione "apripista", 70 deputati e non più 90

Gazzetta del Sud Michele Cimino PALERMO Sono occorsi tre anni, ma alla fine l'Ars ha approvato, con due soli voti contrari e 59 a favore, il disegno di legge-voto per la riduzione del numero di deputati da 90 a 70. Ma è solo il primo passo. Il disegno di legge, infatti, prima di entrare in vigore, trattandosi di modifica di una legge costituzionale, dovrà essere approvato in doppia lettura, a distanza di tre mesi l'una dall'altra, dal Senato e dalla Camera dei deputati. Contro hanno votato il deputato del Mpa Paolo Colianni e il deputato di Alleati per la Sicilia Giovanni Greco. Si è astenuto, com'è tradizione, il presidente dell'Ars Francesco Cascio. Alla votazione finale si è pervenuti a conclusione di una seduta piuttosto concitata, tanto che il presidente dell'Ars ha dovuto indire per due volte la procedura di votazione. E probabilmente il risultato sarebbe stato diverso se Cascio non avesse rigettato la richiesta di un gruppo di deputati, con in testa Carmelo Incardona di Grande Sud e Paolo Colianni, di votare a scrutinio segreto. Due proposte di modifica di iniziativa del capogruppo Pdl Innocenzo Leontini, le cosiddette norme antiribaltone, tendenti a separare il destino dei deputati dell'Ars da quello del presidente della Regione, sono state stralciate per essere inserite in un nuovo ddl. Approvato pure il disegno di legge-voto che modifica e integra l'articolo 36 dello Statuto in materia di entrate tributarie. Soddisfatto il promotore dell'iniziativa, il deputato del Pd Giovanni Barbagallo che, tre anni or sono, facendo il raffronto con i consiglieri delle regioni a statuto ordinario, ha presentato il disegno di legge per ridurre il numero dei deputati. Con l'entrata in vigore della riforma, le spese dell'Ars dovrebbero ridursi di sette milioni, all'incirca la metà di quanto si ridurrebbero qualora si procedesse al taglio delle indennità parlamentari e dei cosiddetti "rimborsi forfettari". Per il presidente della Regione, infatti, l'Ars anziché mettere mano allo Statuto, col rischio che a Roma qualcuno colga l'occasione per farne strame, avrebbe dovuto intervenire sulla "riduzione delle indennità per i parlamentari". "Avrei perseguito questo obiettivo - ha spiegato - senza toccare il numero dei deputati, evitando così di avviare un iter complesso come quello di modifica dello Statuto. Ora - ha aggiunto - cerchiamo di capire quanto eventualmente questo voto incide sulla riduzione dei costi dell'apparato amministrativo e legislativo. La riduzione del numero dei deputati non basta. Ci sono altri mille modi per ridurre le spese e non c'è dubbio che sia un dovere del governo e dell'Assemblea". Lombardo ha, quindi, annunciato che intende incontrare il presidente del Consiglio Monti "affinché l'iter della doppia lettura in Parlamento sia il più rapido possibile". Più che soddisfatto, invece, Cascio: "Siamo la prima Regione d'Italia che ha concretizzato la riduzione del numero dei parlamentari . Sardegna e Piemonte ne discutono, mentre noi abbiamo approvato la legge". Giovanni Greco a sua volta ha così motivato il voto contrario: "Ritengo che i tagli non andavano fatti a scapito della rappresentanza popolare, bastava diminuire gli emolumenti di ogni parlamentare per avere lo stesso risparmio economico pur mantenendo invariato il numero dei deputati". "Adesso – ha dichiarato il capogruppo del Pd Antonello Cracolici – il Parlamento regionale ha la credibilità e il prestigio per poter affrontare altre riforme, dalla macchina amministrativa della Regione alle Province, dai comuni alle circoscrizioni". "Abbiamo votato sì - ha detto Giulia Adamo, capogruppo dell'Udc - perché siamo convinti che sia più che opportuno dare un segnale all'esterno". "Il taglio del numero dei deputati regionali - ha aggiunto il coordinatore regionale dell'Udc, sen. Gianpiero D'Alia - è un segnale positivo che si dà ai cittadini in un momento nel quale si chiedono grandi sacrifici. Ora è necessario fare due ulteriori passi avanti: il primo, adeguare le pensioni dei parlamentari Ars a quelle degli altri cittadini, come abbiamo deciso di fare noi a Roma a partire dal primo gennaio 2012; il secondo, la modifica della legge elettorale regionale, istituendo circoscrizioni più grandi, per consentire anche alle province più piccole di conservare la propria rappresentanza all'Assemblea regionale". All'Ars, infine, da segnalare l'incremento dell' Mpa: con l'adesione di Guglielmo Scammacca della Bruca, eletto nel Pdl e transitato poi al Misto con "Alleati per la Sicilia" adesso il Gruppo è di 15 deputati.

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 12/8/2011

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