Gazzetta del Sud
MILAZZO«Non è stata possibile alcuna valutazione politica. È stata una scelta tecnica, vincolata ed ineludibile». Il sindaco Carmelo Pino spiega le ragioni che hanno indotto la Giunta ad approvare – martedì sera – la delibera di presa d'atto della relazione del dei revisori dei conti sulla situazione economico-finanziaria dell'ente, primo passo verso il dissesto finanziario che dovrà essere dichiarato però dal Consiglio. E ieri sera in aula tutte le forze politiche hanno invece sottolineato che tale percorso «non può considerarsi scontato, in quanto dovrà essere oggetto di attente valutazioni».
Sotto accusa i responsabili dei centri di costo del Comune e gli stessi revisori che non avrebbero effettuato i dovuti controlli nell'attuale delle spese sostenute proprio quando era in corso – è stato detto in particolare da Franco Cusumano – il piano di risanamento. Ma il sindaco da parte sua ribadisce che «la situazione finanziaria del Comune alla luce delle scarse previsioni di entrate proprie e della costante diminuzione dei contributi statali, nonché delle difficoltà di riscossione dei residui attivi, non è più gestibile con le ordinarie procedure di formazione del bilancio annuale, non essendo possibile assicurare la copertura finanziaria per tutte le previsioni di spesa necessarie ed indispensabili per il buon funzionamento della macchina amministrativa. L'ingente mole di debiti accumulati e la quantità di procedure giudiziarie attivate dai creditori – aggiunge Pino - hanno reso vani gli sforzi e le misure correttive adottate in questi 20 mesi, caratterizzati da sacrifici e rinunce tali da rallentare pesantemente anche l'attività gestionale dell'ente».
Per le forze politiche del centrodestra, però c'è ancora la questione Molini Lo Presti in gioco e l'eventuale vendita dell'opificio, che pure ha ancora una destinazione industriale, potrebbe portare nuove risorse e quindi permettere il pagamento dei debiti. «Queste soluzioni potevano però essere attuate in passato – prosegue il sindaco – non oggi quando, lo ripeto in ragione del quadro economico-finanziario emerso dalla relazione dei revisori la presa d'atto da parte della Giunta era un percorso obbligato. Certo, comprendo anche l'amarezza di quanti, come me, speravamo di evitare il ricorso a tale strumento legislativo, ma mi conforta la consapevolezza che tale "passaggio" obbligato restituirà ai cittadini un Comune virtuoso e credibile».
Dunque situazione ancora controversa, anche se i due organismi sono su posizioni opposte: la Giunta insiste per il default, mentre il Consiglio lascia una porta aperta ad un risanamento in extremis attraverso magari una nuova collaborazione che sino ad ora non c'è stata. Certo i tempi sono ristretti. La delibera della Giunta è stato infatti il primo passo per i successivi atti necessari e consequenziali da sottoporre all'esame del Consiglio. Infatti, col provvedimento esitato martedi sera, l'esecutivo presieduto da Pino (hanno votato gli assessori Bucca, Midili e Scolaro) ha dato mandato ai revisori di predisporre una dettagliata relazione che analizzi le cause del presunto dissesto e che, ove ne ricorrano i presupposti, dovrà essere allegata alla delibera del Consiglio; mentre al ragioniere generale è stato chiesto di elaborare un'altra apposita proposta da sottoporre all'esame dell'aula quale organo competente qualora dalla relazione dei revisori dovesse emergere lo stato di dissesto.
Ma cosa succederà non appena il Consiglio voterà la delibera di dissesto? Ovviamente l'ente locale non smette di esistere, ma si crea una frattura tra passato e futuro. Tutto ciò che è pregresso compresi i residui attivi e passivi non vincolati, viene estrapolato dal bilancio e passato alla gestione straordinaria. Un organo di tre membri dovrà occuparsi del passato con riferimento al 31 dicembre dell'anno precedente redigendo un piano di estinzione con il quale viene azzerata la situazione patologica che ha creato il dissesto mentre l'ente locale inizia una nuova vita finanziaria sgombra dal peso del passato. La normativa sul risanamento finanziario prevede la sospensione della decorrenza degli interessi sui debiti ed il blocco delle azioni esecutive. La possibilità di poter accedere ad un mutuo ventennale a carico dello Stato invece è stata preclusa dalla legge. Pertanto, ad oggi, tutti gli enti locali che dichiarano il dissesto, debbono provvedere con risorse finanziarie proprie. L'ente locale, una volta attivata la procedura del dissesto finanziario è obbligato come previsto dall'art. 251 del Testo unico enti locali ad adeguare le imposte, le tasse locali, le aliquote e le tariffe di base nella misura massima consentita dalla legge. relativamente al personale dipendente, l'ente ha l'obbligo di rideterminare la dotazione organica collocando in disponibilità il personale che dovesse risultare in soprannumero. Questa fattispecie comunque non interessa, è certo, il Comune di Milazzo.(re.mi.)
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 2/9/2012
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