Le Eolie non sono in svendita

Le Eolie non sono in svendita Lipari- E’ vero e proprio boom di annunci di vendite di case e locali ad uso commerciale nell’arcipelago; ma di sicuro non è tempo di svendite. Cosi come di affitti a canoni stracciati, soprattutto dopo l’entrata in vigore delle nuove norme anti evasione. La crisi c’è e si fa sentire e di attività floride come un tempo non ce ne sono più per una serie di motivi come, ad esempio, il grande successo del commercio elettronico che ti fa arrivare direttamente a casa di tutto a prezzi decisamente vantaggiosi. Ma commercio a parte, bando alle illusioni: chi ha investito negli anni d’oro, o anche da poco , difficilmente “regala” i sacrifici di una vita. Si tiene duro, insomma. Ecco perché – spiegano alcuni operatori che pure sono disposti a cedere la loro attività – si tiene duro. È il caso, ad esempio, degli alberghi realizzati con i Patti territoriali e non solo. Nel senso che se c'è, come accaduto, il tour operator interessato, è probabile che si dia alla fuga già al momento del ricevimento delle prime informazioni perché si "spara" alto. E in un arcipelago dove, proprio con i Patti, è stato risolto il problema dei posti letto ma non quello di come riempirli, oltre che dei servizi, è chiaro che si preferisce investire altrove senza troppi rimpianti. Del resto lo ha annunciato a Lipari, lo scorso novembre, l'ex direttore della programmazione regionale Bob Leonardi in un convegno del Rotary: «I fondi europei per il turismo sono stati spesi male perché non hanno generato sviluppo. È mancata la strategia». Incredibile, milioni su milioni di euro spesi non hanno centrato l'obiettivo per il quale erano stati offerti. Perché manca un piano strategico di sviluppo complessivo, come del resto va lamentando da anni il presidente di Federalberghi Eolie-Isole minori. Christian Del Bono, deluso dalla politica. «Se davvero si vuole investire sul turismo, utilizzando i distretti turistici quale strumento di pianificazione e di gestione dello sviluppo turistico – ha dichiarato – è necessaria un'assunzione di responsabilità e che le logiche della politica spicciola cedano il passo a quelle della pianificazione turistica e della programmazione negoziata, rispettando davvero i criteri sui quali si basa l'attivazione dei fondi comunitari».

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 2/10/2012

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