Mirabito dal Kenya: Amp d'obbligo per le Eolie

Mirabito dal Kenya: Amp d'obbligo per le Eolie In merito all'articolo sullo stato di rischio per l'ecosistema marino di Filicudi, oggi anche sulla Gazzetta del Sud, riceviamo dall'ing. Francesco Mirabito e pubblichiamo: Cordiale Redazione Mi ha fatto male leggere l'articolo dai Voi pubblicato sullo stato del mare di Filicudi, quello che nei miei ricordi (non tanto lontani) era il più florido angolo marino delle Eolie è oggi ridotto ad un solitario scenario roccioso. La pagina che allego è ciò che mi sento di condividere con i miei "compagni Custodi" delle Eolie. Grazie per il Vs lavoro e l'attenzione dedicatami Cordiali saluti dal Kenya Ing. Francesco Mirabito --------------- È con forte rammarico e reale tristezza che attraverso le parole del sub della Soprintendenza del Mare di Palermo, Philippe Tisseyre, apprendo in quale avanzato stato di stress ambientale si trovano i fondali di Filicudi. La perdita di complessità degli ecosistemi marini è oggi uno dei principali terreni di scontro all’interno della comunità scentifica e del mondo ambientalista. Da più parti oggi si odono appelli accorati rivolti all’umanità intera per una pianificazione globale dell’utilizzo della risorsa “Oceani”. Il nostro meraviglioso pianeta visto dallo spazio è fondamentalmente blu screziato di bianco. L’idrosfera, di cui Noi stessi siamo parte integrante in quanto costituiti per la maggior parte d’acqua, provvede a garantire tutti i cicli essenziali al sostentamento di ogni forma di vita. Ogni volta che respiriamo, sia che lo si faccia sulla costa come sulle più alte vette siamo intimamente collegati ai Mari ed agli Oceani. Scordiamoci il vecchio adagio secondo cui l’Amazzonia rappresenta il polmone del pianeta, dal quale la maggior parte dell’ossigeno viene sprigionato. La realtà è che sono gli oceani ha produrre, stoccare, compensare e distribuire tutto ciò di cui anche i grandi bacini di biodiversità come la foresta amazzonica hanno di bisogno. No Blue, No Green è l’efficace slogan della dott’essa Sylvia Earle, incontestata guru dell’oceonografia mondiale, per far capire che se muoiono i mari noi muoriamo. È di oggi la notizia che le Isole Cook stanno istituendo la più vasta area marina protetta del mondo con una superficie superiore al milione di metri quadrati (due volte la Francia). È questa è un’ottima notiza purtroppo però oggi è anche la giornata mondiale di mobilitazione contro il massacro di delfini che ogni anno il 1° settembre inizia a Taiji in Giappone. L’area marina protetta delle Eolie, prevista istituzionalmente da oltre un ventennio è ormai un obbligo se vogliano dare una chance di sopravvivenza al Mare Nostrum. Ma ciò che serve non è un’ulteriore confine tematico sull’ennesima carta dei vincoli. Ciò di cui ha urgente bisogno il nostro martoriato pianeta è una presa di coscienza ampiamente diffusa e condivisa che ci dia possibilità di modificare il nostro atteggiamento, da illusi onniscenti proprietari ad umili ed attenti custodi. Noi oggi abbiamo una grande opportunità, fare la differenza e garantirci la possibilità di rispondere domani alle domande dei nostri figli e nipoti che vorranno sapere perchè? Perchè avete lasciato che “altri” meno sensibili e coscienti si siano permessi di razziare il loro futuro.

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 8/31/2012

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