Filicudi, in allestimento il "museo sommerso"

Filicudi, in allestimento il "museo sommerso" Filicudi- Le antiche anfore sparse sul fondo di Capo Graziano sono la traccia più evidente di un relitto che da oltre duemila anni è custodito dal mare di Filicudi, nelle Eolie. Ed è questo il cuore di un nuovo percorso archeologico subacqueo, un «museo sommerso» per la Sicilia dopo il successo dei primi progetti della Soprintendenza del Mare. Inizieranno oggi i i lavori per l'allestimento del sito, che sarà presto visitabile dai turisti-subacquei dopo essere stato per anni vietato alle immersioni. Boe di segnalazione superficie, cime per scendere sul fondo e per indicare il percorso da seguire, indicazioni per non perdere l'orientamento e per segnalare i reperti da vedere: sarà così possibile, indicativamente dal 20 luglio, immergersi scoprire i resti del «relitto A», una nave di età ellenistica naufragata fra il III e il II secolo a.C., e i tanti altri reperti sparsi nelle vicinanze. Un'anteprima del percorso museale subacqueo è stata data , direttamente sott'acqua, in un'immersione con il sovrintendente del Mare Sebastiano Tusa: scendendo lungo i fianchi dell'insidiosa secca che nei secoli ha fatto naufragare più di una nave, si vedono le prime anfore ad una profondità intorno ai 30 metri, poi si scende ancora fino a circa 45. L'acqua cristallina di Filicudi lascia filtrare la luce del sole, permette una «caccia» alle tracce del passato con una piena visibilità anche a quella profondità.Con l'allestimento del sito, affidato all'esperto locale Nino Terrano che ne sarà anche custode, si raggiunge «il traguardo importante» – ha detto Tusa presentando poi l'iniziativa a terra, nel suggestivo piccolo borgo di Pecorini – di rendere «finalmente fruibile, ed in piena sicurezza, uno dei siti storici più noti del mare delle Isole Eolie». E così, indirettamente, sarà anche possibile «finalmente salvaguardare e tutelare quel che resta di una ricchezza archeologica che negli scorsi decenni è stata saccheggiata» dai furti di reperti.Il progetto, che nasce da una idea del giornalista Michele Guccione ed è finanziato dall'Assessorato regionale al Turismo, potrà poi essere sviluppato anche con un sistema di telecamere sommersa che permetterà ai turisti di guardare i siti archeologici sommersi da terra, sul video.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 7/7/2008

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