Il M5S segnala:
Il Tribunale di Pozzuoli contro il novello “redditometro”.
I giudici campani chiamati in causa da un contribuente infastidito dal numero e dalla varietà delle informazioni richieste con il nuovo strumento accertativo (oltre cento voci di spesa!), hanno infatti riconosciuto che quest’ultimo può tradursi in una vera e propria invasione della sfera privata, perché consente almeno potenzialmente all’Agenzia delle Entrate di venire a conoscenza di singoli aspetti della vita quotidiana dei contribuenti ledendo sia la riservatezza, che la stessa libertà individuale e di autodeterminazione della persona.
Inoltre, così come è strutturato, il nuovo redditometro non permetterebbe neppure una adeguata ed efficace difesa da parte degli “inquisiti” dato che, come è intuibile, la varietà (oltre al numero) delle voci di spesa che vi partecipano è tanta e tale che pur ipotizzando per assurdo che sia conservata con pazienza certosina la documentazione di tutte le spese sostenute, anche le più minute e quotidiane, non si raggiungerebbe mai, verosimilmente, la piena prova che non sia stata sostenuta altra spesa al di fuori di quelle documentate.
Pertanto i magistrati hanno inibito all’Agenzia delle Entrate di controllare, analizzare e archiviare le spese di quel contribuente, e anche di cessare - se iniziata - ogni attività di accesso, analisi o raccolta di dati e, infine, di distruggere tutti gli archivi eventualmente già formati riguardanti il medesimo ricorrente.
E' senz'altro una decisione che crea in questo momento un grande dibattito...
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 3/1/2013
dalla nostra Daniela Bruzzone
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