A vent’anni dall’ultima mostra italiana dedicata a Henry Moore alle Terme di Diocleziano viene presentata una monografica sullo scultore inglese con settantacinque opere tra sculture, disegni, acquerelli e stampe. La rassegna presenta l’intero percorso creativo di Moore, considerato uno dei più importanti scultori del Novecento per l’abilità tecnica e l’inventiva con cui ha saputo coniugare l’astrattismo e la ricerca sulla figura umana. Le sue sculture, spesso di dimensioni monumentali, diventano parte degli spazi scenografici delle Grandi Aule delle Terme di Diocleziano e si amalgamano con la tradizione classica rappresentata nel percorso espositivo del Museo Nazionale Romano. La mostra si articola in cinque aree tematiche. L’esplorazione del moderno, che mostra il precoce sviluppo di Moore quale erede del primitivismo di artisti come Jacob Epstein e Constantin Brancusi fino al raggiungimento di una crescente astrazione della figura, come accade nell’opera di Picasso e dei Surrealisti; Guerra e Pace, che si focalizza sulla rappresentazione che l’artista dà della sofferenza del periodo bellico e sul suo crescente ruolo pubblico dopo la seconda guerra mondiale; Madre e figlio, uno dei suoi più famosi soggetti, quasi un’ossessione presente lungo tutto l’arco della sua carriera, che (in dialogo con la tradizione romanica) produce immagini di amore materno e protezione; Figura distesa, il motivo chiave ricorrente delle sue sculture, con cui Moore ha esplorato le possibilità formali della figura femminile, resa quasi astratta, in un continuo confronto col paesaggio; Scultura negli spazi pubblici, che comprende opere relative ad alcune delle commissioni pubbliche che lo resero una celebrità internazionale, opere che cercano un dialogo con lo spazio ambientale tendendo alla monumentalità. Sessantaquattro delle opere in mostra provengono dalla Tate, che possiede una delle collezioni più ricche e rappresentative al mondo di opere di Henry Moore, selezionate e donate dall’artista stesso. Alcuni prestiti significativi di istituzioni e musei italiani permettono di ripercorrere il forte legame del Maestro con il nostro Paese, a partire dalla sua prima visita nel 1925, passando per la sua partecipazione alla Biennale di Venezia del 1948 fino all’amore durato tutta la vita per la Toscana. Nelle Grandi Aule delle Terme fino al 10 gennaio 2016.
di Daniela Bruzzone
Data notizia: 11/12/2015
dalla nostra Daniela Bruzzone
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