Gazzetta del Sud
Su 108 Comuni della provincia messinese, sono centocinque quelli che hanno già presentato il censimento delle aree soggette a rischio d'incendio, mentre ben 107 hanno anche provveduto al catasto dei terreni bruciati. Un lavoro enorme, capillare quello condotto nel settore della protezione civile nell'ultimo anno, grazie all'iniezione di impegno procurata dall'assegnazione dei poteri speciali in questo ambito al prefetto Francesco Alecci, che si avvale in questo settore del viceprefetto Antonio Contarino.Proprio quest'ultimo ha presieduto decine di riunioni in città e in provincia, suonando la sveglia a tutte quelle amministrazioni comunali che per decenni hanno sonnecchiato. Così, adesso, i risultati sono decisamente soddisfacenti: il catasto degli incendi, ad esempio, consente di adottare tutta una serie di provvedimenti sui terreni bruciati, rendendo così meno "utile" l'eventuale attività speculativa dei piromani. Su quelle aree, infatti, per dieci anni non si potrà costruire, pascolare, cacciare o rimboschire e per quindici anni non si potrà modificare la destinazione urbanistica. La pianificazione degli incendi di "interfaccia", invece è indispensabile per avere l'esatta cognizione della tipologia di vegetazione presente nelle diverse zone specie se vicine a centri abitati, così da poter individuare quelle maggiormente a rischio. «Molto importante – evidenzia Contarino – è stata la sensibilizzazione delle Amministrazioni, ciascuna delle quali ha ora un centro di protezione civile con un referente rintracciabile». E proprio ai Comuni spetta di verificare che i privati tengano puliti i propri terreni evitando che siano facili prede del fuoco.Di grande rilievo poi il lavoro della Protezione civile in supporto a vigili del fuoco e Ispettorato forestale, istituzionalmente preposti alle attività di avvistamento e spegnimento: sono sedici le postazioni di avvistamento attivate in tutta la provincia, mentre è continua, come chiarisce il dirigente provinciale ing. Bruno Manfrè, l'attività di formazione di volontari (25 per lo spegnimento, 200 per l'avvistamento). Proprio a sei di queste associazioni accreditate sono state assegnate altrettante postazioni mobili antincendio, con attrezzature per spegnere le fiamme, mentre otto macchine dello stesso tipo sono state acquistate dai Comuni, singoli o associati, di Villafranca, Patti, Galati Mamertino, S. Stefano di Camastra, Roccalumera, Mojo Alcantara, Novara di Sicilia e S. Agata di Militello. In quest'ultimo tra l'altro è attivo un distaccamento aperto grazie alla collaborazione con le Regioni Friuli e Emilia. «Ma importanti passi in avanti – aggiunge Manfrè – sono stati compiuti sotto il profilo del coordinamento tra le varie forze, in attesa della istituenda sala operativa comune. Ora, l'obiettivo è che ogni Comune si doti della sua postazione antincendio»(n.l.r.)
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 8/22/2008
dalla nostra Daniela Bruzzone
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