Come buttare a mare 156 posti di lavoro

Come buttare a mare 156 posti di lavoro Gazzetta del Sud Peppe Paino Lipari- Dicono di investire, senza problemi, in Africa e in Europa, al di là delle Alpi. Da due anni. L'ultima lettera è stata inviata al presidente della Regione Raffaele Lombardo ( che continua non pronunciarsi, ndr) di recente: vorrebbero far capire alle istituzioni interpellate del nostro paese che possono risolvere anche i problemi del sud Italia, realizzando nella fattispecie alle Eolie, una piccola/media industria per la produzione di pannelli solari, eco compatibili, offrendo 156 posti di lavoro a 1550 euro mensili. Ed ancora, propongono di creare uno o più impianti di dissalazione dell'acqua di mare nelle isole del comune di Lipari capaci di produrre quasi 4 milioni di metri cubi d'acqua annui e tre strutture della stessa tipologia nei comuni di Salina della portata annua di 700 mila metri cubi. Ma c'è di più: ultimamente hanno integrato le proposte di convenzione, più volte inviate alla Regione Siciliana, ai quattro comuni eoliani e anche al Prefetto Alecci, commissario per le emergenze, con l'assunzione di un altro impegno. Quello di partecipare annualmente con un importo minimo di un milione di euro, e massimo di due milioni, ai costi di gestione dei trasporti Siremar per i soli collegamenti curati dalla società di stato da e per le Isole Eolie. E, se necessario, sono anche pronti a mettere sul piatto gli stessi soldi per costituire una società privata di trasporti marittimi in grado di garantire servizi adeguati. I tedeschi della Aqua blue di Bubesheim, insomma, sono pronti ad investire nell'arcipelago, da 24 mesi, oltre 20 milioni di euro per creare, sostengono, posti di lavoro e ricchezza in un luogo tutt'altro che riparato dai primi evidenti segni della recessione manifestati dalla ripresa dell'emigrazione verso il nord Italia. A tal proposito, per mostrare la limpidezza del loro status, hanno presentato sempre alle autorità interpellate, tra le quali il presidente del consiglio in persona Silvio Berlusconi e il Ministero dell'Ambiente, oltre alla proposta di convenzione, tanto di protocollo di legalità, l'evidenza bancaria del capitale a disposizione per un importo pari a 25 milioni di euro e la certificazione d'iscrizione presso la Camera dell'industria e commercio tedesca. " Il mio procedere - ha scritto orgoglioso l'amministratore delegato della Aqua blue, Klaus Dieter Simon al Prefetto Francesco Alecci- è sicuramente di tipo anglosassone, difficilmente da capire e da accettare in Sicilia" pregandolo di leggere attentamente la bozza di convenzione tutta a suo carico e rischio. Interessanti anche le proposte strettamente operative: la Aqua blue si impegna a fornire l'acqua dissalata ai comuni per venti anni ad un costo massimo di € 1,21 al mc + Iva quando in Sicilia costa da un minimo di 2,32€ ad un massimo di 4,98€. Il Comune di Lipari, secondo la proposta di convenzione, riscatterebbe l'impianto perfettamente funzionante per 850 mila euro. Gli enti di Salina a 120 mila euro. Una società estera, sola, candidata, dunque, a risolvere gli attuali e forti problemi occupazionali oltre che quelli da sempre crifici legati al rifornimento idrico e ora anche ai trasporti in cerca di risposte, anche negative ma convincenti. Va ricordato che lo stato ha finanziato per le Eolie, dove regna sovrano il business delle navi cistenra, la realizzazione di dissalatori e depuratori per 38 milioni di euro affidandone la progettazione alla Sogesid, braccio operativo del Ministero dell'Ambiente. La Aqua blue, con ingenti investimenti propri garantirebbe, fino a prova contraria, molto di più. E questo lo sanno anche le forze politiche locali che restano nel silenzio ad assistere ad un'operazione che in molti considerano e non esitano a definire " preconfezionata".

, a cura di Peppe Paino