Lipari- Klaus Dieter Simon ad di Aqua blue continua a scrivere dalla Germania al sindaco Mariano Bruno. Frattanto a Lipari, le forze politiche continuano a " dormire" o nella migliore delle ipotesi a glissare, su un progetto che punta a dare alle Eolie occupazione e sviluppo.
Oggetto: Emergenza idrica, occupazionale e dei trasporti marittimi nell’Arcipelago delle Eolie.
Gentile Sig. Sindaco Dr. Mariano Bruno,
ho letto in data 11.05.2009 su lipari.biz, a firma del Presidente della Clio Project Italy, Massimo Favaloro, -Dissalatori, “un pò di chiarezza” e constato che persino il più tecnico dimostra, in quello che scrive sui dissalatori, un evidente ritardo tecnologico a dir poco di circa 25 anni. E’ veramente encomiabile, dopo quasi tre anni dalla presentazione della mia proposta progettuale per la soluzione definitiva dell’emergenza idrica a Lipari che a qualcuno gli è venuto il pensiero di ragionare, fare dei calcoli e evidenziare con maggiore chiarezza l’abbisso tecnologico su due differenti territori dell’Unione Europea. Andiamo per ordine: dai dati forniti in relazione al fabbisogno giornaliero di acqua potabile per Lipari e Vulcano di 8500 metri cubi e il relativo consumo di energia indicato nell’articolo è, anno 2009, oltre ogni misura “folle” e risponde al consumo dei dissalatori degli anni 1970-1980. I dissalatori ultima generazione oggi assemblati, da posizionare in diversi siti o anche interrati, dei citati 2,5Kwh/metro cubo di energia d’inizio sono progettati e costruiti con una turbina-generatore che, in sincronia con un scambiatore di pressione (58 bar) “autoproduce” circa 2,00Kwh/metro cubo riducendo così fortemente il consumo energetico fino a 97%. Tutto questo viene a favore del costo contenuto e sostenibile al metro cubo di acqua potabile che, come proposto nella convenzione, è pari a 1,28€ +IVA. In merito al permeato-concentrato (salamoia) siamo oggi esattamente ad un rapporto rispettivamente di 40:60 con sostanziale differenza tra i vecchi dissalatori e i nuovi infatti il concentrato viene, con il recupero l’energia di ritorno “filtrato”, reimmesso in mare senza minimamente intaccare l’uomo, la fauna, la flora, il suolo, l’acqua, l’aria, il clima (il concentrato con una diluizione al 60% non si deposita ma si scioglie) o alterare l’ecosistema. Quindi un dissalatore dalla capacità giornaliera di 500 metri cubi di acqua potabile prelieva 1260 metri cubi di acqua marina, 504 rimane acqua potabile e 756 viene scaricata.
Probabilmente quando il Presidente Favaloro scrive “altamente inquinante” ha scambiato il dissalatore con lo scarico proveniente da malfunzionamento di “esistenti” depuratori. In merito alle belle idee espresse per garantire l’autosuffcienza delle isole si consiglia di leggere e rileggere la proposta progettuale presentata dallo scrivente perchè esprime con forza politico-socio-economico il primo passo alla totale indipendenza di quell’Arcipelago. Indipendenza economica naturalmente. Quelle isole chiedono da anni la soluzione dell’emergenza idrica, occupazionale e anche dei trasporti marittimi perchè se, miserabilmente, oggi si propone l’autosuffcienza quelle isole, a mio modesto avviso, non avranno un futuro migliore. Io sono, libero da qualsiasi condizionamento in reciproco e leale rispetto, pronto a dimostrare la validità della mia proposta progettuale. La ringrazio e porgo distinti saluti e Gluck Auf.
D-Bubesheim, 12.05.2009
Klaus Dieter Simon
Amministratore Delegato
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 5/12/2009
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