Gazzetta del Sud
Mario Cavaleri
Palermo-Quasi due ore di confronto a quattr'occhi tra il premier Silvio Berlusconi e il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo e si è trovata la soluzione onorevole che taglia corto ai tentativi di forzatura degli ultimi giorni e riporta serenità nel lavoro della giunta autonomista. L'aver stiracchiato oltremodo una soluzione su cui tutti hanno cercato di inserirsi nonostante lo Statuto riconosca al presidente il diritto di scegliersi i componenti della giunta, in un quadro di alleanze ma anche di competenze e di affidabilità, è servito solo a ritardare scelte importanti per lo sviluppo dell'isola.Alla fine di questo esasperante percorso, il nuovo e definitivo faccia a faccia, senza altre presenze, ha prodotto quell'atteso momento di sintesi a Palazzo Grazioli, dove Berlusconi ha ricevuto, intorno alle 21,30, Lombardo giunto appositamente da Palermo.Prime questioni affrontate: l' assegnazione dei Fondi Fas su cui il premier si è riservato di fissare una riunione a tre con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti; impegno personale di Berlusconi per il ritiro di quel progetto di "sfiducia costruttiva" che aveva avvelenato il clima tra i partner; risorse e linee strategiche condivise su trasporti marittimi, interventi in agricoltura, rifiuti e programmi Por. Tra un argomento e l'altro Lombardo ha anche ribadito al premier di voler andare avanti col progetto del Partito del Sud « ma lui è il capo del più grande partito nazionale e ha fatto finta di non sentire...» E veniamo al capitolo Giunta, il più delicato e su cui erano puntati i riflettori di tutti i partiti. Berlusconi ha condiviso la proposta di Lombardo: tre assessorati (attualmente ad interim) disponibili. L'ipotesi potrebbe prevedere a questo punto un nome indicato da area ex An (Santi Formica), un altro di ex Forza Italia (Nino Beninati); un terzo vicino all'Udc (il presidente della Fondazione Bds Puglisi o altro che segnalerà il partito di Casini). Per poi aggiungere a settembre una seconda postazione a seguito delle previste dimissioni dell'attuale assessore all'Ambiente Pippo Sorbello (Mpa) che lascerebbe per problemi di incompatibilità col suo ruolo di sindaco di Melilli.
Tutti confermati gli altri assessori, da Titti Bufardeci a Michele Cimino (gruppo Micciché) e naturalmente i tre tecnici (Caterina Chinnici, Gaetano Armao e Marco Venturi). Dopo il vertice notturno di martedì, protrattosi fino all'alba, quello di ieri è stato quindi risolutivo, d'altra parte non c'era più spazio per tempi supplementari.Con Lombardo fermo sulle posizioni: nessuna preclusione nei confronti dell'Udc; nessun azzeramento della giunta già nominata e disponibilità ad acquisire i nomi di tre assessori per coprire le tre deleghe in sospeso.
Lombardo, che si è trovato al timone di una barca in cui qualcuno remava per proprio conto, ha posto una condizione intrattabile: persone che siano in sintonia con il governo e non riconducibili quindi a chi ha operato per creare difficoltà.Linea difficilmente contestabile dal momento che già sulla riforma sanitaria, poi giunta in porto, le maggiori fibrillazioni sono venute proprio da settori della maggioranza.
Adesso il governatore è deciso a portare avanti la sua azione di governo senza altri intoppi. E in questo senso la sua posizione ribadita al premier ieri sera, è stata subito rasserenata dalle assicurazioni di Berlusconi sull'invito che formulerà ai proponenti (primo firmatario il capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri) di ritirare la proposta presentata al Senato con cui si contempla la possibilità di sfiduciarlo salvando i deputati dell'Ars. Un "vulnus" come lo ha definito che mal si conciliava con chi cerca un accordo.Rimane da vedere la reazione dei gruppi interni al Pdl che in qualche modo si sentiranno penalizzati da questa intesa e la valutazione del coordinatore regionale Giuseppe Castiglione che insisteva sull'azzeramento. Ma l'aver accettato di rimettere tutto nelle mani del premier, porterà conseguenzialmente di accettarne il "verdetto". Si volta pagina e questo consente di imprimere alla macchina regionale quella spinta indispensabile per ripartire. Il blocco politico ha finito infatti col paralizzare una serie di nomine con effetti a cascata in tutti gli uffici che si ripercuotono anche nell'accelerazione della spesa dei fondi europei, mentre incalza la domanda di risorse e dalle imprese si leva il grido di allarme per commesse e appalti in stand by da mesi, con il rischio di vedere sfumare ingenti risorse di provenienza europea.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 6/26/2009
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