Provincia, si programma il triennio...passato

Provincia, si programma il triennio...passato Gazzetta del Sud Dire "i paradossi della politica" non rende l'idea. La vicenda del Programma poliennale di sviluppo economico sociale della Provincia, 2007-2009, di cui si discute in questi giorni tra Consiglio e Commissione, è la dimostrazione del fallimento di ogni logica. Di un'intera classe politica messinese, a cominciare – ovvio – da "maggioranze" sempre uguali che hanno avuto e hanno numeri tali da poter varare chissà quanti programmi e progetti nell'interesse generale. Se solo volessero... È iniziato da alcuni giorni, tra le polemiche, l'esame di quel Piano poliennale che la passata amministrazione provinciale, retta dall'ex sindaco Leonardi, approvò, in Giunta, nel lontano maggio 2008. A metterne nero su bianco i contenuti, professionisti più o meno illustri e ben pagati, anno dopo anno, fino a quando nel 2009 l'Amministrazione Ricevuto ha sciolto il Comitato tecnico-scientifico. Già basterebbe tale tempistica pubblica da cimitero degli elefanti, e la considerazione del triennio "2007-2009" cui il piano fa riferimento, per metterlo da parte senza troppi rimpianti. E considerarlo uno qualsiasi dei casi che evidenziano la mancata adozione di un Piano di sviluppo nell'azione politica e amministrativa, come invece avrebbe voluto quella decantata legge 9 del 1986 che con grandi prospettive creò le Province. Negli stessi lassi di tempo alcuni centri del mondo, quelli seri, hanno conosciuto straordinari cambiamenti. Grazie a programmi coerenti, che sono stati la base per ottenere cospicui finanziamenti europei. Da noi un ente come la Provincia riesce ad approvare i suoi piani, se ci riesce, nel quinquennio che segue quello in cui vengono scritti. E non è un caso unico, magari da svalutare con la diceria per cui il "Poliennale di sviluppo" sarebbe un piano generico, che conta molto poco in un territorio così sconfinato e vario come quello della nostra provincia. Non è così: se davvero si governa. Ma che l'andazzo sia questo – non solo alla Provincia – lo dimostra la storia ancor peggiore del mitologico "Ptp", il Piano territoriale provinciale che, sempre secondo la legge 9, doveva dare linee guida ai Piani regolatori generali dei 108 comuni. Un'altra telenovela della politica nostrana: l'affidamento ad un'equipe di professionisti esterni risale, se la memoria non inganna, alla prima giunta Buzzanca (1994-1998) ed è inutile sottolineare che la versione definitiva di questo "Ptp", con il suo corredo di osservazioni ed approfondimenti, deve ancora approdare al voto finale del Consiglio provinciale. Tutto questo andava detto prima di entrare nella "palude" di cui s'è dibattuto ieri nella Commissione competente: a fare da interfaccia ai consiglieri l'assessore provinciale alla Pianificazione strategica, Michele Bisignano, che sta cercando in tutti i modi di dimostrare che la nuova Amministrazione (dal giugno 2008) vuole davvero dare alla Provincia quel senso che troppo a lungo è mancato. «Anzitutto – ha ribadito – non abbiamo confermato quel Comitato tecnico-scientifico che aveva finito il suo mandato (e la cui retribuzione globale era stata di circa 60.000 euro all'anno, ndr) e poi abbiamo provveduto, già da tempo, ad inviare la documentazione al consiglio provinciale, cosa che si sarebbe dovuto fare in precedenza... Si tratta – ammette Bisignano – di un Piano che va aggiornato, ma che è indispensabile approvare, per garantire la continuità istituzionale, in modo da redigere quello 2009-2011, per cui siamo già in ritardo». L'impegno è che, quanto meno, non ci saranno più comitati che costano 60.000 euro l'anno: «L'ho detto ai consiglieri. O faremo una convenzione con l'Università, con enti o ordini professionali, oppure ricorso a 1-2 professionalità ma a basso costo, secondo il nuovo Regolamento per gli incarichi che stiamo per approvare in Giunta, trasmettere al Consiglio e alla Corte dei Conti a Palermo». Insomma: vacche grasse... addio? E i consiglieri? Duro Pippo Rao, del Pd: «Voteremo contro questo Piano 2007-2009 anche perché, a parte i ritardi, lo consideriamo modesto. E poi: qual è la strategia politica della Provincia che in tutti questi anni lo ha ispirato? Non si capisce proprio». Più costruttivo Nino Muscarello, dell'Udc: «Il mio partito ha fatto approvare alla commissione un emendamento, per classificare quest'approvazione come una semplice "presa d'atto" ai sensi di legge, per poi veramente mettere mano, in tempo reale, a questa pianificazione strategica». E che, davvero, "svolta" sia.(a.t.)

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 3/4/2010

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