Gazzetta del Sud
PALERMO Non è accompagnato da una buona stella questo benedetto incontro tra il sottosegretario Gianfranco Micciché e il premier Silvio Berlusconi sul caso del Pdl siciliano che doveva essere trattato già martedì scorso: prima la visita di Putin, ieri la vicenda Scajola l'hanno fatto passare in secondo piano. Se ne dovrebbe parlare oggi ma a questo punto il condizionale oltre che d'obbligo è indicativo di una scarsa propensione a entrare nel merito di una vicenda destinata ad aggiungere altri motivi di turbativa in un partito che ne registra già in abbondanza e dove l'area dei "finiani" mostra di volersi consolidare nella posizione di minoranza interna.
Il presidente della Regione, incassato l'ampio consenso del parlamento siciliano sulla Finanziaria, ieri nel suo blog avverte che si "respira un'aria strana in Sicilia, ancora di più dopo l'approvazione di una finanziaria innovativa e, per certi versi, storica. Uno sparuto ma ben organizzato gruppo di politici in crisi d'astinenza da potere, di giornalisti impegnati in una strenua difesa di un indifendibile passato, di nostalgici di una regione che fu e che mi auguro non sarà mai più, pensano di fermare l'innovazione e la modernità voluta fortemente dal mio governo e dalla maggioranza che lo sostiene, tramite una fitta rete di calunnie, pettegolezzi e polemiche di piccolo cabotaggio». E coglie l'occasione per ribadire, che si è chiuso quel triste passato fatto di bizantinismi, di favoritismi, di una pubblica amministrazione paludosa in cui fare arenare gli imprenditori per poi mandare i coccodrilli a sbranarli». Così, conclude Lombardo: «Oggi, per chi crede e vuole realmente il cambiamento c'è una sola strada: quella del sostegno all'azione coraggiosa di questo governo», ma «non faremo nessun accordo con i politici che si oppongono al rinnovamento e tuteleremo l'immagine dell'istituzione».
Un messaggio destinato ai "lealisti" del Pdl ? Intanto all'indomani del violento scontro verbale tra l'assessore alle attività produttive Marco Venturi e il presidente dell'Ars Francesco Cascio, ieri la questione dei bilanci da certificare per le aziende che vogliono accedere a bandi europei è stata ancora motivo di contestazione. «La Sicilia ha perso una buona occasione di sviluppo» ha detto Confindustria Palermo commentando la mancata abrogazione dell'obbligo di certificazione, penalizzante per le imprese siciliane visto che non si riscontra da nessun'altra parte in Europa. E manifesta stupore per la mancata approvazione della norma che prevede la semplificazione burocratica a Termini Imerese. Due proposte che non hanno superato il vaglio di Sala d'Ercole.
Confindustria e Confcommercio auspicano che «le norme di sostegno all'impresa vengano attentamente valutate in un futuro prossimo».
Cosa che il presidente della Regione ha già detto di voler fare portando all'esame di una prossima giunta la questione per approntare correttivi da riportare nuovamente alla valutazione dell'Aula.
E Confartigianato imprese Sicilia esprime solidarietà all'assessore Venturi, per aver dimostrato, anche questa volta, di avere veramente a cuore gli interessi del mondo produttivo siciliano.ma. cav.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 5/5/2010
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