Comunicato
La presenza di iconografie simili a partire dalla fine del IV millennio a C. tra la Sicilia e l'area egea si sostanzia archeologicamente attraverso la singolare convergenza della tipologia del c.d. idolo a violino tra l'estremo Occidente della Sicilia, l'estremo Oriente dell'isola e le Cicladi.
Tale convergenza si basa certamente sulle fasi iniziali di un contatto al livello mediterraneo che implicava la diffusione di credenze rituali e liturgie, basate sul concetto della "dea madre" simboleggiata da iconografie femminili caratterizzate dall'esagerazione voluta di taluni attributi anatomici legati alla procreazione (glutei, fianchi, seni etc.). In questo quadro particolare diffusione assume l'iconografia a "violino" laddove l'idea della fertilità è rappresentata dalla larghezza dei fianchi.
L'emergere di contatti trans-marini di carattere ideologico tra la Sicilia e l'Egeo si manifesta attraverso la presenza dell'iconografia a violino raffigurata sulle pareti della Grotta di Cala del Genovese a Levanzo e un idoletto a violino trovato a Camaro nei pressi di Messina. Il contesto cronologico è quello della fine dell'eneolitico cui si datano sia le immagini di Levanzo che l'idoletto di Camaro.
E' interessante inquadrare l'iconografia a violino nel contesto più vasto del Mediterraneo centro-orientale entro cui Malta ebbe un ruolo fondamentale con la sua ricca statuaria rappresentante sia la dea madre dagli esuberanti attributi anatomici femminili, ma anche l'elemento maschile cilindrico rappresentato dagli idoli dell'ipogeo di Brochtorff.
Analogamente in Sicilia è rappresentata sia l'iconografia femminile con gli idoletti a violino di Levanzo e Camaro, che maschile con un altro proveniente sempre da Camaro, di forma cilindrica ed altri simili dipinti sulle pareti della grotta di Cala del Genovese a Levanzo.
La convergenza iconografica dualistica tra la Sicilia e Malta e le circostanze di rinvenimento portano a concludere che tali figurine potessero essere utilizzate da sciamani itineranti che con queste intrattenevano il pubblico dei vari villaggi che visitavano organizzando "spettacoli" di tipo teatrale ma di natura sacrale.
E' interessante notare che questi primi barlumi di un comune sentire mediterraneo si svilupperanno proprio alle Eolie, così come in altre parti della Sicilia, giungendo nel secondo millennio a.C. alla creazione del primo vero e proprio sistema mercantile mediterraneo, stimolato dalle compagini palazziali minoiche, micenee, cipriote e vicino orientali, tra le quali compaiono ancora una volta le Cicladi con la presenza di ceramiche dello stile di Philakopi.
Michele Benfari, Direttore del Museo
Photo by JONU
Il progetto di allestimento è stato interamente sostenuto dalla S.E.L del dott. Bartolo Zagami.
La mostra rimarrà aperta presso il Padiglione "preistorico" del Museo Archeologico Bernabò Brea di Lipari, sino al 31 luglio 2010
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 5/10/2010
dalla nostra Daniela Bruzzone
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