Allattamento, così importante così faticoso

Gazzetta del Sud Tito Cavaleri Quattro donne su dieci, dopo il parto, non allattano al seno i propri figli. Al Sud è una su due. Messina fra le ultime della classifica dell'allattamento (dati ministeriali). Numeri poco edificanti, frutto quasi esclusivamente di pregiudizi, di una cultura arretrata, di un'organizzazione sanitaria che scoraggia l'attaccamento al seno. Eppure, non è un mistero, il latte materno è il migliore per il bambino, soprattutto perché "mirato" sulle sue esigenze. Straordinario sotto il profilo immunologico, oltre che nutriente al punto giusto (perché i neonati non vanno gonfiati come palloncini). È definito alimento "vivo" perché proviene dal sangue ed è fatto di cellule, ormoni e anticorpi: una parte di mamma che viene trasferita direttamente al bambino. Eppoi, il latte materno consolida il rapporto tra madre e figlio, un legame che prolunga il contatto intimo e strettissimo cui il bimbo era stato abituato all'interno del corpo materno. Un legame esclusivo e irripetibile. Non sono stupidaggini. Chiedetelo alle mamme che hanno pianto lacrimoni al momento del distacco definitivo dal seno. Per questi e altri motivi il ministero della Salute ha varato la campagna per la promozione dell'allattamento al seno denominata "Il latte della mamma non si scorda mai", presentata qualche giorno fa a Palazzo Chigi dal sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella e dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. «L'allattamento al seno – ha spiegato la Roccella – prolunga il rapporto simbiotico tra madre e figlio, e favorisce anche uno scambio ormonale che fa bene al bambino. Purtroppo al Sud si allatta di meno: l'allattamento al seno è correlato al grado di istruzione, ma non al lavoro. Al Nord, dove le donne lavorano in misura maggiore rispetto al Sud, non a caso si allatta di più». È pur vero che allattare al seno risulta particolarmente doloroso: i primi giorni sono tremendi, a detta di molte mamme che per la prima volta capiscono il significato del termine "infiammazione", o scoprono cosa vuol dire "ingorgo mammario" mentre un piccolo affamato tenta l'assalto al capezzolo e non vi riesce. Insomma, si fa presto a dire "allatterò" perché è la cosa giusta da fare, la più naturale e bella; ma quando si presenta il problema si fa altrettanto in fretta a dire "basta, non ne posso più". In fondo, c'è sempre il latte artificiale e il biberon. Per carità, nulla in contrario. Ma forse, varrebbe la pena stringere i denti per un po'. Quantomeno provarci. È un problema di cultura, dicevamo, ecco perché «l'allattamento deve tornare a essere visto come una cosa naturale», sottolinea ancora il sottosegretario Roccella, che aggiunge: «Non vogliamo più leggere notizie di mamme allontanate da bar e ristoranti sol perché allattano. O allarmi su presunti danni estetici al seno dovuti all'allattamento». Anche la questione squisitamente estetica è una brutta bestia, se si pensa che alle dimissioni dall'ospedale sono 8 mamme su 10 ad allattare; mentre dopo pochi giorni dal ritorno a casa sono mediamente 6 su 10 (il 53,5% in Sicilia e Sardegna e poco più del 69% al Centro-Nord), dopo pochi mesi la percentuale precipita al 30%, quando, dopo il parto, si potrebbe continuare ad allattare al seno per un anno e più. Oltre i due terzi delle donne italiane ritengono che l'allattamento naturale comprometta l'integrità estetica del seno. Circa il 50% di loro ritiene che, dopo l'allattamento, sia utile un intervento correttivo; e il 75% pensa che il mantenimento della forma naturale del seno sia fondamentale per conservare la propria femminilità. Sono i dati di un'indagine svolta per la prima volta in Italia da "Datanalysis" su un campione di 1000 donne tra i 18 e i 40 anni. ( La salute del proprio figlio vale non uno, ma mille e passa sacrifici. Non domire di notte, ad esempio, per "trasferire" ogni tre ore l'amore materno è un gesto naturale. E' innaturale, oltre che dannoso e quindi immorale, tutto il resto se non supportato da valide motivazioni. P.P.)

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 5/16/2010

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