Paolo Beldì

Paolo Beldì

Deve il suo esordio a Beppe Recchia, che affianca alla regia ad Antenna 3. Poi Paolo Beldì, grandissimo regista televisivo, spicca il volo e firma in Mediaset e in Rai la regia di trasmissioni davvero importanti, da Sanremo a Quelli che il calcio. Ad oggi musica, comicità e sport sono il leitmotiv delle sue creature. Domani…chissà? Lo intervistiamo nel suo habitat naturale. Mi racconti il tuo esordio dietro le telecamere? Lo devo a Beppe Recchia, che affiancavo in regia ad Antenna 3, nell’82, un giorno che era malato, mi ha affidato la diretta di un programma con con Boldi e Teocoli. Hai cominciato quindi a lavorare come assistente alla regia? No, facevo il comico in una radio privata ed ero uno scarsissimo musicista, figlio di un noto pubblicitario senza alcun istinto o passione per la pubblicità. Cosa ti ha aiutato a diventare un numero uno nel tuo campo? Cosa consiglieresti ad un ragazzo o una ragazza che vogliono fare il tuo mestiere? Ho avuto una fortuna pazzesca affiancando Beppe Recchia ad Antenna 3 per quattro anni e lui mi ha letteralmente “buttato” in diretta. Nel nostro lavoro vale la pratica, è come nuotare, non c’è una scuola, ti devi buttare, come un artigiano, magari ti specializzi o scegli stili e generi. Io vedevo i lavori degli anni Sessanta per avere ispirazione ed imparare dai maestri che mi hanno preceduto. Qual è il segreto per ottenere i tuoi risultati, cioè l’eccellenza? Mi diverto…in particolare sui pezzi musicali e sugli spettacoli comici. Li vivo prima da spettatore, quindi scelgo l’inquadratura che vorrei vedere. Quali doti deve avere un regista? La curiosità. Molta attenzione ad immagini e suoni e sapere un po’ tutto male. Essere uno scarso attore, uno scarso musicista, uno scarso comico. Quando si eccelle in qualcosa fai quella cosa. Se sei un virtuoso del piano, diventi un pianista. Cosa avresti fatto se non fossi diventato regista? E’ una domanda che non mi sono mai posto. So cosa avrei potuto fare, ma non lo dico. Chissà…C’è un genere di trasmissione che preferisci dirigere? Tutte le trasmissioni, cerco di fare l’opera a mia misura, come da bambino avevo e gestivo il teatro dei burattini, da adulto gestisco il programma di cui ho la responsabilità. Quanto è importante la squadra? Fondamentale. E’ la base. Io mi sento l’allenatore. Cambiamo decisamente argomento. La tua vacanza ideale? Sul Lago Maggiore, come gli Inglesi negli anni Cinquanta. Cosa non può mancare nella tua valigia? In teoria una chitarra. Se finisse il mondo fra una settimana che faresti? Non lo so, forse cercherei una compagna per questi ultimi giorni. Qual è il tuo look ideale? Sportivo, in jeans. Per concludere, conosci la Sicilia? La conosco poco, l’ho conosciuta per il Premio Regia Televisiva anni fa, devo scoprirla. In compenso conosco la squadra del Palermo: Burgnich, Facchetti….!!!!!!!! Recepito il messaggio…Ti aspettiamo quaggiù!



Daniela Bruzzone

Data notizia: 5/21/2010

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