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Resteranno a bocca asciutta i parlamentari della XV legislatura. Deputati e senatori non riceveranno la pensione destinata ai loro predecessori. Lo hanno fatto sapere con una nota ufficiale i collegi dei Questori di Senato e Camera, rispondendo alla dichiarazione del senatore Roberto Calderoli. Il vitalizio, una pensione a vita che spetta a tutti i parlamentari italiani, matura dopo due anni e sei mesi di mandato effettivo.I parlamentari della legislatura interrotta l’avrebbero maturato il 27 ottobre del 2008. Solo se rieletti, i senatori e deputati uscenti potranno quindi ricevere l’assegno vitalizio. I collegi dei Questori ricordano inoltre che dalla prossima legislatura il vitalizio maturerà solo dopo 5 anni di attività parlamentare. Una notizia che farà piacere all’opinione pubblica, furiosa per i privilegi riservati ai politici nostrani.Le dichiarazioni di Calderoli non passano comunque inosservate. Antonio Rotondo, Sinistra Democratica, le giudica “una sorta di invenzione. La solita buffonata di Calderoli”. Rotondo trova però parole di conforto per i colleghi, ancora alla prima legislatura, e confessa che “chiunque ci sarebbe rimasto male”. Il catanese Giuseppe Palumbo, deputato alla quarta legislatura con Forza Italia, commenta così le affermazioni del senatore leghista:”Penso che Calderoli conoscesse già il periodo necessario per maturare il vitalizio. E del resto nel 94 il vitalizio non c’era ancora”. Il risparmio “previdenziale” a sorpresa, conseguenza della crisi di governo, potrebbe però non portare alcun vantaggio al bilancio dello Stato. I gruppi che affollano il parlamento italiano sono quattordici. Ben sei in più rispetto alla legislatura precedente. Ciascuno di questi partiti si è dotato di propri dipendenti, di un proprio staff di segreteria e dei propri uffici. Il conto da pagare è salato. Nonostante i tagli degli ultimi anni a quasi tutte le voci del bilancio, le spese della galassia parlamentare hanno avuto un trend di crescita, compreso fra il 4 e il 5 per cento. La casta ha colpito anche questa volta.
Pier Damiani D’Agata
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, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 2/9/2008
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