Tares: "Regione faccia valere autonomia fiscale"

Comunicato stampa L’incubo TARES Il principale problema dei rifiuti urbani consiste nel fatto che, nell’attuale modello di sviluppo ultraconsumistico, se ne producono troppi e troppo velocemente per la capacità finanziaria e gestionale degli enti locali. La Sicilia produce ben 2.610.00 tonnellate/anno di RSU e la provincia di Messina 350.000 tonnellate/anno. Il costo medio di conferimento di €100 a tonnellata + il trasporto in discarica (circa €30 per il comune di Messina) + i costi di gestione. Ridurre queste enormi quantità dovrebbe essere dunque interesse delle pubbliche amministrazioni virtuose ma il sistema di tassazione vigente e quello della nuova TARES si muovono in direzione contraria. La TARES è comprensiva di vari servizi locali e assorbirà la TARSU (o TIA) e come questa sarà basata sulla metratura degli immobili invece che sulla produzione dei rifiuti, in più con l’idea di coprire interamente il costo del servizio. Questo sistema è altamente iniquo, antieconomico e palesemente contraddittorio con la legislazione vigente. L’iniquità sta nel fatto che, a parità di dimensioni dell’abitazione, il cittadino virtuoso, quello che 1) sta attento a non mescolare in casa l’umido col secco, 2) che riusa e recupera materiali differenziandoli, 3) che si sobbarca la fatica e i costi di trasportare alle isole ecologiche i materiali post-consumo e 4) che produce minime quantità di tal quale (i rifiuti indifferenziati) e quindi inciderà poco sul costo totale del servizio, pagherà la stessa quota del cittadino menefreghista che produce montagne di spazzatura. Ovvero l’albergo o le strutture turistiche pagheranno quote enormi, anche nei periodi di chiusura e bassa stagione, mentre una piccola bottega di ortofrutta pagherà moltissimo di meno a fronte di una produzione molto più ingente di rifiuti. Una tassazione del tipo “pay per bag” per il tal quale, cioè a sacchetto o a kilogrammo, e sconti per i materiali recuperati sarebbe invece un meccanismo ben più equo ed un forte incentivo a limitare gli RSU. Questo sistema di tassazione è anche in contrasto con a) il Decreto Legislativo n. 205 del 3/12/2010, che ha recepito la Direttiva Europea 2008/98/CE “La società del Riciclaggio”, b) la legge regionale 08/04/2010 n.9 nonché con c) il Piano di Gestione dei Rifiuti Solidi Urbani regionale, adottato nel giugno 2012. Questi provvedimenti impongono la seguente gerarchia di provvedimenti amministrativi: a) prevenzione; b) preparazione per il riutilizzo; c) riciclaggio; d) recupero di altro tipo (energetico); e) smaltimento. Ciò dovrebbe spingere le amministrazioni pubbliche a ridurre la quantità di rifiuti da conferire in discarica. Queste, purtroppo, saltano praticamente le prime quattro fasi, passando direttamente allo smaltimento, cioè operano illegalmente e sono esposte a sanzioni europee. È evidente che il sistema di tariffazione è cruciale per le prime 4 fasi, mentre la tassazione a metro quadro le nega. La nuova TARES è pertanto iniqua, contraddittoria ed antieconomica, Rete Rifiuti Zero Messina invita tutti i sindaci della provincia, che hanno da ora responsabilità diretta della gestione dei rifiuti, e la deputazione messinese all’ARS a premere sul governo regionale per far valere l’autonomia fiscale della regione, onde evitare questa mostruosità, ed invita altresì candidati e partiti al nuovo parlamento nazionale ad inserire la sua correzione nei loro programmi elettorali. Beniamino Ginatempo, per conto di Rete Rifiuti Zero Messina Messina, 11 Gennaio 2013

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 1/11/2013

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