Fino al 21 luglio a Palazzo delle Esposizioni, per la sua unica tappa italiana, c’è la mostra White Women, Sleepless Nights, Big Nudes, che presenta centottanta immagini di Helmut Newton, uno dei fotografi più importanti del XX secolo. Il progetto, nato nel 2011 per volontà di June Newton, vedova del grande fotografo, raccoglie le foto dei primi tre libri di Newton pubblicati alla fine degli anni ‘70, da cui nasce il titolo della mostra. Conosciamo questi volumi. Nel 1976 Helmut Newton è un famosissimo fotografo di cinquantasei anni ma, malgrado la non più giovane età, non ha ancora dato alle stampe un libro monografico, così decide di curare White Women, oggi considerato un volume leggendario, che riceve il prestigioso Kodak Photobook Award. Seguono Sleepless Nights nel 1978 e Big Nudes nel 1981. In White Women Newton porta il nudo all’interno del mondo della moda, con immagini sorprendenti che rivoluzionano lo stesso concetto di fotografia di moda e diventano testimonianza della trasformazione del ruolo della donna nella società occidentale. Anche Sleepless Nights, pubblicato due anni dopo, raccoglie in un’unica volume i lavori realizzati da Newton per diversi magazine ed è incentrato sulle donne, sui loro corpi, sugli abiti ma, nel definire il suo stile, conduce ad una visione che trasforma le immagini da foto di moda a ritratti e reportage. Le sue modelle vengono ritratte fuori dallo studio, in strada, spesso in atteggiamenti sensuali, a suggerire un uso della fotografia di moda come puro pretesto per realizzare qualcosa di totalmente differente e molto personale. È con la pubblicazione di Big Nudes nel 1981 che raggiunge il ruolo di protagonista nella fotografia del secondo Novecento. Qui inaugura una nuova dimensione, quella delle gigantografie che entrano nelle gallerie e nei musei di tutto il mondo. Nelle immagini di questa mostra è il fotografo stesso che spiega com’è e quale è la storia che vuole raccontare al suo pubblico. Nel selezionare le fotografie per i libri di cui lui stesso è l’editore, Newton mette in sequenza, l’uno accanto all’altro, gli scatti realizzati per altre committenze con quelli realizzati per se stesso, costruendo una narrazione in cui la ricerca dello stile e la scoperta del gesto elegante significano l’esistenza di una realtà che sta allo spettatore interpretare. A Palazzo delle Esposizioni fino al 21 luglio.
a cura di Daniela Bruzzone
Data notizia: 3/15/2013
dalla nostra Daniela Bruzzone
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