Lipari, abuso d'ufficio: sei indagati

Lipari, abuso d'ufficio: sei indagati Gazzetta del Sud Leonardo Orlando Alle isole Eolie la chiamano edilizia “creativa”. Casa con vista mozzafiato sul porto di Sottomonastero, costruita su un'area demaniale di pertinenza del cimitero di Lipari e mai acquisita al patrimonio comunale, è diventata causa di guai giudiziari per un dirigente comunale e per i tre comandanti dei vigili urbani che negli ultimi 5 anni si sono succeduti ai vertici del corpo, non hanno dato esecuzione ad una ordinanza che giace in Municipio dal 20 novembre del lontano 2007. Il sostituto procuratore Francesco Massara che, ha rispolverato una inchiesta “scomoda” per il Comune di Lipari ha fatto notificare sei informazioni di garanzia con contestuale avviso di conclusione delle indagini nei confronti di 6 indagati, tra cui anche un funzionario della Polizia di Stato che in passato ha diretto il Commissariato di Milazzo. A 5 dei 6 indagati si contesta il reato di abuso d'ufficio in concorso e sono: l'ex dirigente del Commissariato di polizia di Milazzo Salvatore Scaffidi, 60 anni, originario di Santa Domenica Vittoria e che da anni trascorre le vacanze nella casa acquistata dallo steso indagato, con modalità ritenute singolari, da un fallimento; il dirigente comunale del III Settore, arch. Bruno De Vita, 55 anni, e gli ex comandanti della polizia municipale di Lipari degli ultimi 5 anni, Aldo Marino, 58 anni; Domenico Russo, 42 anni e Stefano Blasco, 45 anni, tutti di Lipari. Un sesto indagato, il titolare di una impresa artigiana, Giuseppe Russo, 45 anni, di Canneto di Lipari, deve invece rispondere assieme al committente Salvatore Scaffidi di aver realizzato la ristrutturazione della facciata senza il nulla osta della Soprintendenza essendo l'immobile in zona sottoposta a vincolo. Ecco nel dettaglio le contestazioni ai 6 indagati. Il magistrato inquirente contesta a Bruno De Vita, Aldo Marino, Stefano Blasco, Domenico Russo, di avere, su istigazione del vice questore Salvatore Scaffidi, omesso “intenzionalmente la immissione in possesso da parte del Comune di Lipari dell’immobile identificato in catasto alla particella 827 del foglio di mappa 88, già di proprietà di Scaffidi Salvatore, non attivando la procedura di esecuzione in via coattiva di ordinanza di sgombero del detto immobile emessa in data 20.11.2007 ed emanata a seguito di ordinanza di acquisizione al patrimonio indisponibile del comune di Lipari”. Le accuse agli indagati sono persino scaglionate a seconda del periodo in cui gli stessi hanno rivestito incarichi dirigenziali. Nello specifico: Aldo Marino quale comandante del Corpo di Polizia Municipale di Lipari dal 21.12.2007 al 13.03.2008, Domenico Russo quale comandante del Corpo di Polizia Municipale di Lipari dal 13.03.2008 al 26.08.2010 e Stefano Blasco quale comandante del Corpo di Polizia Municipale di Lipari dal 26.08.2010 fino ad oggi, “omettevano di dare esecuzione alla ordinanza del 20.11.2007, nonostante Scaffidi, formalmente avvertito anche dello sgombero coattivo in caso di inadempimento, non avesse adempiuto alla ordinanza di sgombero notificatagli in data prossima al 21.11.2007”. Inoltre Biagio De Vita, quale dirigente del III settore del Comune di Lipari, “ometteva ogni vigilanza” in merito alla esecuzione della ordinanza del 20.11.2007 emanata da funzionario del III settore, e ciò nonostante con atto scritto il responsabile tecnico dello stesso III settore, ufficio patrimonio che aveva avuto il coraggio di iscrivere l'immobile al patrimonio comunale infrangendo il “muro del silenzio” che si era instaurato nel Municipio di Lipari sull'intera vicenda, “con atto del 20.05.2012, constata la ormai pluriennale omissione, indirizzava atto con numero di protocollo 19826 al dirigente del III settore arch. Biagio De Vita invitandolo espressamente ad adottare i dovuti provvedimenti al fine di proseguire con la immissione in possesso”. Tutti gli indagati, pubblici ufficiali, “con i detti comportamenti – secondo la Procura – intenzionalmente procuravano a Salvatore Scaffidi” che aveva acquistato l'immobile dalla curatela fallimentare – immobile realizzato abusivamente su area demaniale di pertinenza “cimiteriale” – “un ingiusto vantaggio patrimoniale consistente nel godimento dell’immobile senza titolo, arrecando un ingiusto danno al comune di Lipari che non otteneva la materiale disponibilità dell’immobile stesso del quale era proprietario a seguito del provvedimenti di acquisizione adottato a seguito del rigetto della domanda di sanatoria”. Nella conclusione delle indagini coordinata dal dal sostituto Francesco Massara, altra accusa viene mossa al dottor Salvatore Scaffidi e all'artigiano Giuseppe Russo, che sono invece indagati del reato previsto dagli artt. 110 e 181 comma primo bis c.p. Dlgs 42/04 poiché, nell’immobile, in concorso tra loro eseguivano, il primo quale committente il secondo quale esecutore materiale essendo titolare di impresa edile, “lavori di manutenzione ordinaria consistenti in stonacatura ed intonacatura esterna delle facciate dell’edificio in zona sottoposta a vincolo paesaggistico e dichiarata di notevole interesse pubblico senza avere previamente ottenuto il nulla osta dalla Soprintendenza ai beni architettonici competente”. Gli indagati sono difesi dagli avv. Saro Venuto e d'ufficio dall'avv. Nino Todaro. Sulla vicenda previsto altro troncone che riguarda le modalità di acquisizione delll’immobile.

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 5/5/2013

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