Tra mito e leggenda nasce una delle storie più affascinanti e coinvolgenti che dà il nome alle sette perle del mar Tirreno. Secondo la mitologia greca le isole Eolie prendono il nome dal Dio dei venti Eolo, figlio di Poseidone ed Arne. Eolo aveva il compito di custodire i venti,di dirigerli e liberarli dalla sua dimora nell’arcipelago eoliano, poiché questi venti incontrollati avevano generato il distaccamento della Sicilia dal continente. All’interno delle suggestive caverne, il signore dei venti controllava e custodiva ogni genere e tipo di vento, da Borea violento vento del Nord a Zefiro Vento dell'Ovest, dolce e benefico che annunciava la primavera, passando dall’Austro al Libeccio, vento del sud-Ovest avvolto dalla nebbia e molti altri venti ancora. Il mito racconta come la vicenda di Eolo, ruoti intorno alla figura di Liparo, re italico che sopraffatto dai fratelli fu costretto a rifugiarsi in un’isola non lontana dalla Sicilia, alla quale diede il nome Lipari. Eolo sposatosi la figlia di Liparo, Ciane, aiutò il re ormai stanco e nostalgico a ritornare in Italia.
È ancora una storia di miti e leggende quella che vede coinvolto il signore dei venti in uno dei passi più belli dell’Odissea. La leggenda narra che Ulisse, reduce dalla guerra di Troia, approdò alle isole Eolie, il signore dei venti lo ospitò e, commosso dal racconto dell'eroe greco,gli fece dono di un otre di pelle dentro la quale erano rinchiusi i venti contrari alla navigazione. Così Ulisse durante il viaggio verso Itaca, fece soffiare solo il dolce Zefiro, ma mentre l’eroe greco dormiva i compagni di navigazione, credendo che l'otre regalatale da Eolo fosse piena di tesori, l'aprirono liberandone i venti che scatenarono una terribile tempesta dalla quale si salvò solo la nave di Ulisse. Questa e molte altre storie rendono ancor più suggestive le isole Eolie vero patrimonio non solo del nostro mare, ma anche della nostra cultura.
“E giungemmo all’isola Eolia. Qui dimorava
Eolo, caro agli dei,Poi quando licenza gli chiesi di andarmene
non rifiutò, ma prese a cuore il mio viaggio;
spogliò delle cuoia un bove novenne
un otre ne fece, e dentro vi chiuse
dei venti ululanti le vie: custode l’aveva
dei venti fatto il cronide, e poteva
quieti tenerli o incitarli a sua voglia.”
(Odissea libro X, vv 1-25)
Di Adriano Nicosia
Data notizia: 7/23/2014
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