Uve di produzione: Malvasia delle Lipari dal 90% al 95% e Corinto nero dal 5% all’8%.
Colore: giallo dorato il Bianco; ambra il Passito e il Liquoroso.
Aroma: intenso, aromatico, con forti sentori di fiori, erbe, macchia mediterranea, mandorle tostate, miele, albicocche, agrumi.
Sapore: fresco, sapido, di corpo, dolce, alcolico, aromatico, vellutato.
Retrogusto: molto persistente
Alcool: minimo 11,50%
Temperatura di servizio: 10°C
Abbinamenti: aperitivi, formaggi stagionati ed erborinati, pasta frolla semplice o farcita con frutta o creme, dolci di mandorle. Nelle versioni passito e liquoroso é anche vino da meditazione.
Bicchiere: tulipano per il bianco, tulipano piccolo per il passito e il liquoroso
Sottoposto ad un severo disciplinare di coltivazione e produzione, il Malvasia delle Lipari viene prodotto in tre varietà: bianco, passito e liquoroso (addizionato di alcool). La zona geografica delimitata (sia per la coltivazione che per la produzione) comprende solo il territorio dell’arcipelago delle isole Eolie. Il vitigno Malvasia si dice fu portato alle Eolie dai Micenei già nel 1600 a.C. ma si propende più per la tesi che vede negli “importatori” i Greci Cnidi che nel 1580 a.C. colonizzarono le isole. Il Corinto Nero è anch’esso un vitigno originario della Grecia. Si coltiva anche a controspalliera più o meno bassa con impianti di 5.000-6000 piante per ettaro. Il passito deve essere immesso al consumo non prima del 1° giugno successivo alla vendemmia. Si hanno notizie storiche di questo vino già dal 500 a.C. come dimostrano antiche monete ritrovate a Lipari e raffiguranti tralci di vite e grappoli d’uva. La prima testimonianza scritta é di Andrea Bacci, filosofo, medico e scrittore Marchigiano che nel 1596 scrisse “l’isola di Lipari è sparsa di fecondi colli, che per l’interno calore del suolo danno un vino sincero”. Ne parlarono anche, nel 1859, il Conte di Tours A. P. Odart, e, nel 1868, il Barone Antonio Mendola di Favara,due stimati studiosi e classificatori di vitigni (ampelografi). Guy de Maupassant nel 1890 scriveva ne “La vita errante”: “mentre tornavo, avevo scoperto dalla barca un’isola nascosta dietro Lipari. Il battelliere la chiamò Salina. Lì si produce il vino di Malvasia. Volli bere una bottiglia del celebre vino. E’ proprio il vino dei vulcani, denso, zuccherato, dorato”.
Insomma... un vino a cui avvicinarsi con rispetto e reverenza, un dono di-vino di cui Bacco sarebbe orgoglioso e fedele consumatore.
di Margherita Maria Caruso Galanti
Data notizia: 10/9/2015
dalla nostra Daniela Bruzzone
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