"No a pontili e campo boe a Portinente" (2)

(segue) Ad attenuare queste paure fu di giovamento l'aver conferito particolare prestigio ai Martiri che, per i loro meriti, al momento della resurrezione sarebbero stati i primi a godere della visione beatifica di Dio senza dover subire l'ansia del giudizio. Valido salvacondotto per l'eternità sarebbe sicuramente stata la possibilità di potersi ritrovare accanto ad essi nel giorno della resurrezione: in quei secoli ci fu una specie di rincorsa ad accaparrarsi nei cimiteri i loculi contigui alle spoglie di un santo così che, allo squillare delle trombe, questi si sarebbe levato al cielo trascinando con sè il grappolo dei suoi affezionati vicini di sepoltura ed anzi, per estensione, anche tutta la collettività che ospitava il cimitero e che aveva eletto il santo medesimo a suo protettore. Dipinto su ceramica di artista locale raffigurante la storia di San Bartolo secondo la leggenda canonica. In queste condizioni non stupisce che tutta la comunità cristiana accorse a dar man forte per portare a terra il sepolcro ma a nulla valsero gli sforzi congiunti: per motivi inspiegabili non vi fu mezzo utilizzato che riuscisse nell'impresa. Durante la notte successiva il capo della comunità , il vescovo Agatone, vide in sogno due giumente bianche che, aggiogate al sarcofago, lo sollevavano senza sforzo consentendone il trasporto sino al paese. In tal senso organizzò i liparesi e, come per miracolo, essi riuscirono laddove il giorno precedente tutti i loro sforzi erano miseramente falliti. Il sarcofago fu così portato nella zona che in quegli anni ospitava i raduni della comunità , subito fuori del paese in direzione del Portinente, dove oggi si può vedere la semplice ed austera chiesa dedicata a San Bartolo extra moenia. C'E' ANCORA QUALC'UNO CHE VUOLE FARE DI PORTINENTI UN CAMPO BOE COMPLETO DI PONTILI GALLEGGIANTI E ZONA NOLEGGIO ANZICHE FARE DI PORTINENTI UN MUSEO A CIELO APERTO CON VINCOLI DI IMMODIFICABILITA' ASSOLUTA DEI FONDALI E DELLA BATTIGIA, ANCHE SE IL RIPASCIMENTO E' D'OBBLIGO? ECCO DI COSA IO PARLO E VOGLIO PARLARE! B. Natoli

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 6/10/2010

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