Manlio Dovì

Manlio Dovì

Manlio Dovì, attore di teatro, comico e cabarettista è uno degli attori più bravi del cabaret italiano. L'attore palermitano ci fa divertire con le imitazioni di una serie di personaggi famosi, tra i quali Donna Franca, Katia Ricciarelli, Carlo d'Inghilterra e Piero Fassino. E lo fa “alla grande”! (intercalare palermitano che Manlio utilizza spesso). E’ un imitatore da quando è nato, adorato dagli amici per l’imitazione del proff Forlani di filosofia, di cui Manlio assumeva voce e sembianze. Hanno detto di lui. Alberto Sordi, alla festa dei venticinque anni di Mediaset, con mano sulla spalla “questo si che è bravo!” Beniamino Placido: sa far tutto. Bonolis: “maestro”. Aldo Grasso: “Cosa manca a Dovì?” Incontriamo quindi Manlio Dovì, in eterno movimento, e lo “blocchiamo” una mezzoretta per conoscerne i progetti e soprattutto per conoscerlo meglio. Hai finito da poco le puntate di “Voglia di aria fresca” su Rai uno, che progetti hai? Sto lavorando in una fiction, nella quale interpreto un personaggio barese in conflitto con se stesso. Per fortuna la mia ragazza, madrelingua barese, mi sta aiutando per rendere migliore l’intercalare. Qualche mese fa, invece, per il grande schermo ho fatto parte del cast de “La scomparsa di Patò”, di Rocco Martelliti e Andrea Camilleri, tratto da un romanzo di Camilleri, che ha curato e diretto il film personalmente. La pellicola è ambientata in età borbonica, è in costume ed è attualissima, perché parla di un banchiere che rubò i soldi a tutti e scomparve con i risparmi dell’intero paese. Quando ritieni riuscita un’imitazione? Con l’imitazione fai tuoi i personaggi, l’originalità può sembrare un controsenso, ma tutto nello spettacolo è un controsenso. Quando l’imitazione è riuscita? Quando è originale. Incontri maggiori difficoltà imitando un uomo o una donna? E’ più difficile la donna. Per esempio con Asia Argento attacco lo stereotipo dell’attrice con le sue manie e convinzioni e la immagino con i pensieri, che le si sovrappongono. La immagino, non la studio, immagino di vedere la persona dietro una maschera. Come lavoratore ed utente dello spettacolo, cosa pensi della televisione nel 2010? Penso che non si possa riproporre “il Sarchiapone” di Walter Chiari…La televisione, come il teatro, si sta guardando troppo indietro, si auto commemora. Colgo l’occasione dell’intervista per ringraziare Carlo Conti e la trasmissione “Voglia di aria fresca”, tra i tanti “vecchi” personaggi ho avuto la possibilità di proporre un’invenzione: Alessio Di Gigi, un cantante che non vogliono nei reality. A proposito, in tv si canta e basta, i pupi della Clerici e Pupo sono l’emblema di questa televisione! Si potrebbe rifare “Vieni avanti cretino”, ma non ha senso, perché il cretino si è fatto avanti (occupando tutti i posti). Sarebbe opportuno, semmai, facesse un passo indietro. Quale set preferisci? Televisivo, cinematografico o teatrale? L’attore è una “mignotta”…per quanto mi riguarda, l’importante è che la parte sia particolare o divertente. Cosa volevi fare da bambino? Chi lo sa. Ero un magma, d’altronde i miei genitori sono catanesi. Fondamentalmente non sono mai cresciuto, non ho ancora figli, adoro i bambini, ma rimango sempre figlio. A proposito dell’Etna, che rapporto hai con la Sicilia? Il cordone ombelicale è ancora intatto dentro di me. Le mie tappe fisse sono Palermo, Taormina e Catania ed in Sicilia ho amici a cui sono fortemente legato. Quali sono i Numeri Uno di Manlio Dovì? Nel cinema: Carlo Verdone, poliedrico, di grande sostanza, osservatore delle problematiche psicofisiche, apprezzo di lui ironia e romanità. Nel teatro: Gigi Proietti. Nell’Olimpo. E’ tutto quello che uno sogna. Quando vado a vedere Proietti mi diverto e imparo come un libro, è l’unico che mi fa davvero ridere. In televisione: Paolo Bonolis, che riesce a toccare tutte le corde, ha una strepitosa velocità di pensiero, mi chiama “maestro” e per me è un onore. Entrando nel mito, mi fai un commento su Chaplin e su Totò. Il dio Charlie Chaplin tocca tutte le corde nel dittatore ed è inimitabile quando lancia il mondo. Totò è un maestro a dimensione umana. Cosa fai nel tempo libero? Suono la chitarra, ascolto moltissima musica, che mi ispira e stimola grande creatività, sogno e scrivo. Leggo tante biografie, adoro quelle di Edoardo de Filippo e Charlie Chaplin. Non ti si vede molto in giro per locali e feste. E’ vero. Non sono un mondano. Ti rispondo con una frase di Yves Montand, “Ho scelto questo mondo per l’esibizione, non per l’esibizionismo”. Che rapporto hai con internet? Ultimamente mi piace smanettare sul computer. Mi piace seguire l’informazione su internet e apprezzo la tecnologia e la domotica, quindi amo il comfort tecnologico dentro le mura domestiche! Come ti conquista un amico? Ascoltandomi e parlando nei momenti di apparente calma, utilizzando parole e non rumore, comunicando anche col silenzio e regalandomi bei momenti di serenità insieme. Sei innamorato? Si. Sono felicemente fidanzato. Lei è una meravigliosa ragazza pugliese, di cui parlavo prima, che non fa il mio lavoro, con la quale è stato amore a prima vista, anticipato da una previsione di Branko. Quella mattina sull’oroscopo di un quotidiano c’era scritto: scorpione, “amore a prima vista”. Ci siamo incontrati a Taormina e rivisti a Milano. Qual è il valore irrinunciabile per Manlio? La libertà. Tornando alla vita professionale, quando e come hai cominciato nel mondo dello spettacolo? A sedici anni lavoravo in una radio privata, a diciotto lavoravo in Rai regionale e a venti anni ho partecipato a “Fantastico 7”, facendo il mio debutto televisivo nazionale. Il piccolo schermo è sempre stato il tuo sogno? Veramente disegnavo benissimo…. E lo dimostra anche a noi di Lipari.biz, perché prende la penna con cui stavo scrivendo l’intervista e comincia a disegnare. E pure bene. Quando uno è un artista a trecentosessanta gradi…..



Daniela Bruzzone

Data notizia: 6/11/2010

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