Giacomantonio ci fa conoscere De Pasquale (1)

Fra i personaggi eoliani che operarono nelle isole nella seconda metà del secolo scorso – era nato a Lipari il 24 gennaio del 1920 - Renato de Pasquale è sicuramente uno dei più attivi, attenti ed obiettivi ma anche uomo mite e modesto sempre rispettoso degli altri. Uno di quegli eoliani di cui forse si è perso lo stampo che sapevano unire dignità e moderazione ad un senso forte della giustizia e del dovere sociale. Insegnate, operatore turistico, amministratore comunale, testimone del suo tempo attraverso articoli e pubblicazioni come “Il mio tempo. Ricordi e immagini” del 1990, “Momenti: riflessioni e ricordi” del 1993, “Eolie racconto per immagini” del 1995. Sono queste alcune delle qualifiche più significative della sua multiforme attività. Il suo tempo è quello forse più cruciale delle isole che escono dal fascismo e dalla seconda guerra mondiale ma soprattutto abbandonano un modello di sviluppo dove la cifra dominante è la povertà e la sobrietà con migliaia di persone che emigrano, per la gran parte, in America ed Australia sperando in un futuro migliore. Ora le isole, proprio nel secondo dopoguerra, si avventurano per la strada nuova del turismo che dovrebbe ripagare dalla crisi dell’agricoltura, da una pesca ancora troppo artigianale e da una industria della pomice altalenante perché sensibile alle vicissitudini esterne ed internazionali. Ed è il tempo delle grandi scelte, della ripresa della democrazia sia nelle vita civile che in quella amministrativa e politica, della maturazione di un nuovo protagonismo sociale e produttivo, della creazione di una nuova economia in cui fondamentali sono i servizi pubblici (trasporti marittimi e portualità, rifornimento idrico, strade rotabili,…). E nelle vicende che si dipanano e si intrecciano con queste scelte Renato fu sempre presente. Anzi vi si trovò dentro quasi naturalmente partecipando alla vita sociale eoliana come aveva fatto fin da bambino. Gli anni della fanciullezza e della gioventù La sua infanzia, infatti, trascorre serena e tranquilla in una rispettabile famiglia borghese - il padre impiegato comunale, la madre casalinga, una sorella maggiore - e dopo la scuola elementare – che allora era nel vicolo di Sant’Antonio -, i giochi con i ragazzi del vicinato fra Marina corta, che era ancora una grande spiaggia, e “u Vadduni” (via Roma) dove abitava, giocando ai lignedda, a strummula, cu’ circulu quindi le sfilate vestito da “balilla”. Intanto si consumava l’avventura del fascismo, a Lipari si concludeva la stagione del confino con la fuga di Rosselli,Nitti e Lussu fra polemiche sussurrate e veleni nascosti, giungeva il vescovo Bernardino Re che lo colpì “con la sua nobile figura, il suo aspetto paterno e austero a un tempo”. Quindi gli studi a Messina – un privilegio di pochi giovani liparesi - ospite di uno zio ed a Messina si diploma ragioniere nel 1938. Nel 1939 comincia lavorare in banca sempre a Messina, e nel 1940 si iscrive all’Università in Economia e Commercio che allora era a Catania. Ma non può frequentare l’università come vorrebbe perché vivere a Catania sarebbe stato troppo dispendioso e poi si è ormai in pieno periodo di guerra. Renato fortunatamente riesce ad evitarla la guerra perché viene chiamato alla visita militare nel 1943 e prima di raggiungere il Reggimento di Fanteria a Trapani dove era destinato, deve fare un passaggio per l’ospedale militare di Palermo che gli procura una provvidenziale licenza di convalescenza e quindi il rientro a Lipari con mezzi di fortuna. E’ quello il tempo dell’affondamento del Santamarina – il vanto della compagnia Eolia di Navigazione - , dell’assenza di collegamenti regolari con la terraferma e, trascorsi pochi mesi, dello sbarco degli Inglesi e del governatorato del colonnello Jeo. Proprio in quel periodo si ha un primo risveglio della società civile con la nascita di associazioni studentesche, la creazione di filodrammatiche, manifestazioni culturali, ricreative e benefiche. Fra i giovani di Lipari sorge la “5 esse” – acronimo di “siamo studenti sempre senza soldi” – ed a Canneto la “Giovane Eolia”. Renato sarà il primo presidente della “5esse” eletto democraticamente dagli iscritti e promuoverà la pubblicazione di un giornaletto “Lipari nova” che “esce…quando può”. E’ anche un tempo di spensieratezza con romantiche serenate nelle notti di luna accompagnati dal violino di Bartoluzzo Ruggero e dalla voce di Franco Paino. E’ però anche il tempo di pensare seriamente a cosa fare nella vita. Molti giovani lasciano le isole per trovarsi un lavoro mentre Renato si impegna negli studi e in poco tempo si laurea. Le Eolie dell’emigrazione e del turismo Una volta laureato comincia a pensare al lavoro. E’ quello il tempo della seconda ondata di emigrazione verso le Americhe e l’Australia e sono moltissimi gli eoliani che decidono di partire vendendo le poche cose o facendosi prestare i soldi per il viaggio. Renato chiede la rappresentanza per le isole Eolie della “Flotta Lauro” che gestiva una linea regolare per l’Australia e apre un ufficio in via Vittorio Emanuele. Gli affari vanno bene e così dopo qualche tempo può comprare una Vespa che sarà il primo ciclomotore a percorrere le strade di Lipari nel dopoguerra. Quelli sono anche gli anni del nuovo sviluppo che ipotecheranno il futuro delle Eolie. Si parte con i viaggi dell’associazione francese “Connessaice du monde” che reclamizza le Eolie, ed in particolare Vulcano e Stromboli, come un mondo ricco di bellezze naturali e paesaggistiche ancora allo stato selvaggio. Poi vengono i film Stromboli e Vulcano, poi una legge regionale che prevedeva finanziamenti a fondo perduto per la costruzione e l’ammodernamento di alberghi, pensioni e villaggi turistici. Osserva Renato che “erano già evidenti i segni di un progresso civile ed economico che si sarebbe consolidato e rafforzato col passare degli anni. Resta solo il rammarico di certi investimenti speculativi che hanno provocato ingenti guasti al territorio, per come oggi è facilmente constatabile, specie a Vulcano”. Uno sviluppo che affranca gli eoliani dalla povertà – che spesso era miseria – ma al tempo incide profondamente non solo sul territorio ma anche sull’etica sociale della popolazione – dando vita ad una società sradicata dai suoi valori e dalle sue tradizioni. Questo sviluppo porta , nel bene e nel male, un nome, quello del Sindaco Checchino Vitale che ha amministrato il Comune ininterrottamente dal 1952 al 1975. segue

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 7/20/2010

Condividi questo articolo

 


Potrebbero interessarti...



Vetrina immobiliare

Casa indipendente con giardino via Barone Lipari
Casetta eoliana vista mare Canneto Casetta eoliana vista mare Canneto
160.000
Vendesi fabbricato Acquacalda Lipari Vendesi fabbricato Acquacalda Lipari
220.000
Villa Urbana Lipari Villa Urbana Lipari
1.450.000
Casa tipica eoliana Montegallina Lipari Casa tipica eoliana Montegallina Lipari
320.000

Notizie e interviste dalla Capitale

dalla nostra Daniela Bruzzone

Le ricette

Scorfano in Guazzètto (al forno) by Marco Miuccio

Dalle nostre ricette ingredienti per 4 persone... scoprile!

Eolie Islands

Instagram #vulcanoconsult