Riceviamo da Christian Del Bono e pubblichiamo:
Poco più di un mese fa, alla riassunzione del piano a 4 aliscafi da parte di Siremar nel comparto Eolie, avevamo provocatoriamente scritto che l’incantesimo dovuto a quel magico recupero dalle avarie dei mezzi della flotta si sarebbe, molto probabilmente, rotto proprio a fine agosto. Così è stato. I visitatori e gli abitanti delle Eolie hanno ripreso ad essere privati di un aliscafo e sono ripiombati nell’incertezza che contraddistingue le vicende Siremar e Tirrenia da quasi due anni.
Siremar, non solo ha ricominciato a zoppicare ma lo ha fatto in modo sempre più imprevedibile ed insistente in un periodo dell’anno in cui le Isole di Sicilia rappresentano ancora un’affascinante meta turistica, soprattutto per la clientela straniera che incredula assiste a scene da terzo mondo agli imbarcaderi o presso le biglietterie. Ieri l’ennesima umiliazione: corse sospese per mancanza di carburante.
In questi mesi ne abbiamo viste di tutte i colori. Una serie di schermaglie poco rassicuranti dove lo Stato offriva Siremar a titolo gratuito alla Regione Sicilia e quest’ultima vi rinunziava per mancanza di chiarezza, salvo poi partecipare ad una gara che l’avrebbe portata ad una passo dalla firma del contratto. Si, perchè dopo un’ondata di manifestazioni di interesse (ben sedici) era rimasta in ballo solo Mediterranea Holding (la società partecipata appunto dalla Regione Sicilia). Adesso siamo alla procedura d’insolvenza e all’eventuale amministrazione straordinaria anche per Siremar.
Nello smantellamento di Tirrenia, che il Governo ha deciso di gestire con una privatizzazione a tutto tondo, il capitolo Siremar rappresentava e rappresenta sicuramente quello più impegnativo da gestire. Il nodo della questione è che, a differenza di quanto accaduto per Alitalia, oltre all’esigenza di garantire i lavoratori del gruppo e a quella di non veder svendere una compagnia di Stato facendo l’interesse di pochi a discapito dei contribuenti, vi è anche quello di mantenere quei famosi servizi di pubblica utilità che la legge 169/75 stabilisce debbano essere in grado di assicurare la famosa continuità territoriale e lo sviluppo socioeconomico di ciascuna isola.
Pertanto, se è vero che la privatizzazione di Tirrenia e Siremar sta a cuore ai dipendenti del gruppo e alle loro famiglie, è almeno altrettanto vero che ci sono anche 14 isole, 8 comuni e oltre 30.000 abitanti il cui futuro potrebbe essere in positivo o in negativo segnato da questo processo, la cui cattiva gestione ha già prodotto diversi danni che fino ad oggi hanno pagato soltanto gli operatori turistici e gli abitanti delle isole.
Non possiamo continuare ad assistere a turisti i cui tempi di raggiungimento del luogo di vacanza viene raddoppiato a causa di tali disservizi, a ragazzi che non possono andare a scuola, a professionisti che devono necessariamente partire con il mezzo prima per non rischiare di perdere gli appuntamenti in agenda, a tour operator e agenzie di viaggio costrette a dirottare i propri passaggi sui vettori privati perchè Siremar non riesce a garantire orari e linee.
Riteniamo che sia abbondantemente arrivato il momento di scoprire le carte. Desideriamo chiarezza sulle convenzioni. Abbiamo il diritto di capire quali meccanismi si pensa di porre in essere per garantire: la qualità e la quantità del naviglio, il numero di linee, la periodicità dei collegamenti, le penali da far pagare nel caso di inosservanza dei termini contrattuali, la certezza che queste vengano pagate, l’attività di sorveglianza ecc. ecc.
Tutto questo è importante capirlo e discuterlo adesso e non a giochi fatti.
Ci si rende conto che la mancanza di certezze sui collegamenti sta mettendo seriamente a repentaglio la nostra capacità di competere nei confronti delle altre destinazioni turistiche del mediterraneo?
Christian Del Bono
Presidente Federalberghi
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 9/18/2010
dalla nostra Daniela Bruzzone
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