Una Commissione d'inchiesta sui Parchi italiani 1

Riceviamo dall'Associazione La Voce Eoliana e pubblichiamo: La rassegna stampa sui parchi prosegue con un articolo tratto dal Taccuino del nostro caro amico Antonio Pinotti (pubblicista del Corriere dell'Umbria). LA VIA CRUCIS DEI PARCHI ITALIANI Torniamo a soffrire nei pressi di una Stazione di una ipotetica “Via Crucis” (ci sia perdonata dal Signore l’azzardata assimilazione) per un argomento a noi particolarmente caro (si fa per dire, infatti è l’esatto contrario). Rispetto ai recenti avvenimenti che hanno interessato il Parco delle Cinque Terre sarebbe per noi facile riprendere il filo del discorso che abbiamo pronunciato a Lipari il 10 luglio u.s. nel contraddittorio avuto con il Ministro Dell’Ambiente on. Stefania Prestigiacomo e farne una speculazione, data la contemporanea presenza al dibattito, con relativo intervento, del Presidente Bonanini. Non siamo avvezzi a queste cose e quindi non lo facciamo per un solo motivo. Noi siamo “garantisti” veri e non finti come spesso succede nel nostro paese. Punto e basta. Non tocca a noi ma alla magistratura esprimersi in merito. Certo le dichiarazioni , a caldo, del Ministro Prestigiacomo, ci appaiono fuori misura. Non le è passata per la testa per caso l’opportunità di nominare una Commissione d’indagine per fare maggior luce sulla gestione del Parco interessato? Non erano 10 le domande che il 29 gennaio 2010 il Movimento “per le Cinque Terre” (www.perle5terre.it) aveva indirizzato al Presidente Bonanini, e che riguardavano aspetti discutibili relativi alla gestione del Parco? Quelle domande erano state fatte da extraterrestri o da abitanti di questa terra? Altra cosa sono le questioni d’ordine generale, e non ci sottrarremo, come nostra abitudine da alcune considerazioni e da alcune proposte. Con l’avvertenza che ci imponiamo di non ripetere cose che abbiamo fritte e rifritte, alle volte usando l’olio d’oliva ed altre volte adoperando l’olio di semi. Quale è lo stato attuale dei 23 Parchi Nazionali, dei 136 Regionali, delle 345 riserve Regionali, delle 47 Zone umide e delle altre 177 aree protette di altra natura (piccoli parchi, laghi, foreste, oasi, monumenti naturali), che coprono un territorio nazionale pari a circa il 20% per una superficie stimata di circa sei milioni di Ettari? La parola “stato attuale” può essere considerata alla stregua di un eufemismo. “Carta canta e villan dorme”: infatti noi ci riferiamo ad una “range” bene articolato ove intendiamo comprendere tutta la “gestione” del parco. Intra moenia ed Extra moenia , fuori e dentro le mura. Carte e stato dei luoghi. Così siamo stati chiari. E per essere obbiettivi non abbiamo nessuna difficoltà nel dichiarare che esistono nel nostro paese, seppure in forma limitata, anche realtà positive di aree protette ben conservate e gestite nel migliore dei modi. E’ inutile girare attorno all’osso. Per fare chiarezza occorre promuovere, ai sensi dell’art. 82 della Costituzione, una Commissione Parlamentare d’inchiesta per ciò che concerne i Parchi Nazionali ed analoghe iniziative a livello Regionale utilizzando i poteri dei singoli Statuti, per le aree protette Regionali. Di pari passo sarebbe necessario attuare secondo l’art.71 della Costituzione una proposta di legge d’iniziativa popolare, sottoscritta da almeno 50 mila elettori, per la revisione della ormai “obsoleta” legge sulle aree protette n. 394/91. La cosa si rende necessaria, anche perché, non è stata data attuazione al disposto dell’art.33 della legge 394/91 che impone al Ministro dell’Ambiente, di presentare annualmente al Parlamento, una relazione sullo stato di attuazione e sull’attività degli organismi di gestione delle aree protette nazionali. Chi dovrebbe attivare queste cose? Siamo sinceri dobbiamo dire che è come trovare un ago in un pagliaio, proprio perché all’orizzonte sembra appalesarsi, un giorno si ed un giorno no, lo scioglimento del Parlamento e le elezioni anticipate, che in molti collocano nella prossima primavera del 2011. Forse potrebbe provare il deciso e “sorridente” Sen. Carrara del PDL, prodigo d’iniziative e di commenti. Impresa ardua, con i due PDL, che nei giorni pari sposa la tesi dei cacciatori e nei giorni dispari è attratto non poco dalle lusinghe del mondo ambientalista ed animalista. Per uso e consumo del predetto Senatore, vorremmo rammentare che in data 24 settembre 2002, quasi cento parlamentari della sua parte politica presentarono una proposta di legge per la modifica della legge 394/91. Che miracolo sarebbe stato se le parole non fossero restate lettera morta : “ I cittadini sentono i parchi come corpi estranei, imposti dall’alto, dall’esterno, vessatori, e sono inevitabilmente indotti a contrastarli, ad opporsi alla “legge” del parco, ritenuta frutto di centralismo esasperato e stupido, fonte di apparati burocratici inutilmente costosi, causa di irragionevoli e non accettabili divieti e vincoli, pesantemente limitativi di diritti, interessi, tradizioni,aspettative, usanze”. Poi così prosegue la proposta : “ Oggi essa (la 394/91 n.d.r) rappresenta un monumento ad un centralismo esasperato e anacronistico, capace di soffocare, sul delicato versante delle aree protette, ogni respiro sociale delle popolazioni, delle comunità e delle rappresentanze istituzionali, negando ogni spazio di effettivo intervento nei meccanismi, nei procedimenti e negli organismi attraverso i quali o nel contesto dei quali si costituisce o si gestisce un parco”. (segue)

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 10/12/2010

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