Le allegre comari di Windsor

Le allegre comari di Windsor Questa la trama del capolavoro di William Shakespeare (dal sito del Teatro Eliseo). Fu per volontà della regina Elisabetta I che il Bardo riesumò Sir John Falstaff, fatto morire nella sua precedente opera, l’Enrico V: nacque così Le allegre comari di Windsor. Anche questa nostra edizione, benché passati parecchi secoli, nasce sotto l’occhio vigile e severo della grande Regina: intrighi, scherzi e maramaldate sfileranno così secondo il divertito gusto shakespeariano. Protagonista della vicenda è Sir John con le sue esuberanti smargiassate da guascone, la sua sovrabbondante figura, la sua pletorica simpatia cialtrona, il suo amore per la crapula e il bicchiere e la sua irresistibile, endemica disonestà viziosa e bonaria. I personaggi sono tanto pronti a impugnar le spade, a difesa di supposti e ridicoli onori, quanto a deporle per sostituirle con boccali di vin di Spagna, al fin inconscio di proporsi come innocue prede di chi del borseggio fa scopo di vita. Un ventaglio di più svariata umanità farà da protagonista della vicenda, ma su tutti trionferanno le donne, le comari che, con furbizia e lungimirante intelligenza, collocheranno, in maniera indolore per la comunità, la parola fine alla vicenda. Così il regista Fabio Grossi anticipa al pubblico la commedia. Quindi, amori e amanti, guasconi e burocrati, mariti gelosi e mercanti golosi, mercenari racconteranno la storia che, come nelle migliori tradizioni teatrali, verrà in alcune parti rafforzata dalla partitura musicale, sottolineando, di volta in volta, momenti comici o romantici. Alla fine l'amore giovanile uscirà trionfante, la smania tardiva gabbata, in un turbinio, ammantato da magiche visioni, che concluderà riportando nelle proprie case i protagonisti, lasciando il nostro grasso e grosso protagonista a tirare le fila di una vita vissuta ai margini, ma con l'onor d'una filosofica consapevolezza. Rispettando la struttura voluta e pensata da Shakespeare, proponendo allo spettatore non i cinque atti, ma i moderni "due e intervallo", si lascerà la correlazione ai nostri tempi e alle nostre vicende sociali, sottolineando una società ostile nei confronti di chi viene considerato un diverso, sia per aspetto, sia per attitudini o usi. Grande il cast: Leo Gullotta con Alessandro Baldinotti, Paolo Lorimer, Mirella Mazzeranghi, Fabio Pasquini, Rita Abela, Fabrizio Amicucci, Valentina Gristina, Cristina Capodicasa, Gerardo Fiorenzano, Gennaro Iaccarino, Federico Mancini, Giampiero Mannoni, Sante Paolacci, Sergio Petrella, Vincenzo Versari. Fino al 9 gennaio al Teatro Eliseo.

, a cura di Daniela Bruzzone

Data notizia: 11/26/2010

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